Don Antonio And The Graces Colorama
2022 - Strade Blu Factory / Santeria / Audioglobe.
Così Antonio Gramentieri definisce la propria musica, nel corso di una chiacchierata; il musicista di Modigliana è colto, sensibile e profondo, conosce l'animo umano ed è sufficientemente dylaniato per sentire che l'ispirazione autentica non ha confini nella propria creatività, e può muoversi liberamente fra le varie tradizioni. Già nel progetto Sacri Cuori quest'idea era emersa evidente; la Romagna e il New Mexico, l'Europa e il Nuovo Mondo si fondevano in una tessitura armonica coesa. La collaborazione con Alejandro Escovedo, e la successiva prova compositiva de La bella stagione, avevano confermato la validità del percorso. Ora, Don Antonio propone Colorama, creato con il duo toscano The Graces, Luca Giovacchini alle chitarre e Piero Perelli a batteria e percussioni; un disco già noto agli appassionati di serie TV, poiché Netflix ha selezionato alcuni brani del disco come colonna sonora di Wanna, docu-serie che ricostruisce la storia di Wanna Marchi, e ha scelto l'unica canzone cantata del disco, Cinque Minuti di Te, come sigla della serie, di cui Don Antonio ha realizzato tutte le musiche originali.
I brani del disco si susseguono con il loro passo, come se volessero condurre l'ascoltatore in un percorso certo non semplice, ma ricco di sorprese e scoperte a ogni piè sospinto. Le chitarre e i loro riverberi suggeriscono scenari desertici, torridi (Louise, Ballerina o The good son), nei quali lo spazio si apre, per lasciare risuonare echi interiori, come se ci si sedessimo davanti a un fuoco, di notte, per tenere lontane le bestie feroci, quelle che rischiano di lacerarci l'anima.
Il suono complessivo, rispetto ai precedenti lavori, risulta ancora più denso, compatto, pur nella varietà dei toni, che passano da ricordi morriconiani (Late Bloom) ad andamenti ipnotici e percussivi (Mustah, con echi di High Life, uno stile chitarristico nigeriano, antesignano dell'Afro Beat), fino all'evocazione, fra l'ironico e il decadente,di una fiesta in Calacumbia, o al ritmo di La Manna. Dal cuore della Romagna al Sud del mondo, Don Antonio presenta una tavolozza di toni e temi che affascinano, per la loro materica consistenza, e insieme per la loro potenza evocativa; ad esempio, la voce di Valentina Aulizio in L'ombre ricama versi in francese su una partitura perfettamente equilibrata, fra tocchi chitarristici e un ritmo incalzante: "è l'ombra di una vita nera come il cielo, come la nebbia nel cammino, se ne va per non tornare più, si allontana, se ne va...come il mare, straniero...": un episodio intenso, suggestivo, in cui la voce umana si integra in un'atmosfera sospesa, come in Black Wolf Boogie, blues psichedelico con un ipnotico coro in inglese.
Ma il viaggio prosegue anche nel tempo, oltre che nello spazio: la linea melodica di Barga rimanda a quegli anni Sessanta tanto amati da Gramentieri, capace di rivisitarli con spirito contemporaneo. È questo il caso della già citata Cinque Minuti di Te, storia di passione e desiderio, interpretata da Daniela Peroni, con la voce di una Mina del Duemila, lucida e arresa, densa di sdrucciole, accompagnata da una piccola orchestra, che sa dare il meglio di sé durante il "lento" più disincantato e perturbante che si possa immaginare (al trio, si uniscono Nicola Peruch a piano e synth, Roberto Villa al basso e Vanni Crociani alla fisarmonica). Non per niente la canzone è diventata subito l'icona musicale della docuserie, che sta proiettando Don Antonio e i suoi bravissimi pards in una dimensione davvero internazionale. E meritatamente: il disco brilla di luce propria, a prescindere dal successo televisivo. Si parlerà, finalmente, di un nuovo sound made in Romagna? Ce lo auguriamo.