Plays and Sings<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Mainstream

Dida Pelled Plays and Sings

2011 - Red Records

11/04/2012 di Vittorio Formenti

#Dida Pelled#Jazz Blues Black#Jazz #Mainstream

Dida Pelled é un’artista israeliana poco più che ventenne, chitarrista e cantante jazz formatasi alla scuola di Tel Aviv; dopo aver assolto alla chiamata militare Dida si è trasferita a New York dove ha potuto approfondire i suoi studi e dove ha incontrato Fabio Morgera che l’ha apprezzata ed introdotta nel giro giusto.

Dida suona e canta in trio con Tal Ronen ( basso) e  Gregory Hutchinson (batteria) realizzando questo suoi esordio (registrato nel 2010)  con ospiti i suoi promotori Roy Hargrove e Fabio Morgera (entrambi alle trombe) per la rispettabile etichetta Red Records.

Il lavoro è articolato su pezzi di altri, da Gershwin  a Wes Montgomery, da Horace Silver a Frankie Valli, chiarendo quindi fin dalla scaletta le coordinate principali: hard bop, swing, Tin Pan Alley o, in altri termini, mainstream di classe.

L’impostazione è adulta, avulsa da scolasticismi o da repliche banali; la chitarra di Dida è protagonista quanto il suo canto polveroso da intrattenimento notturno; arpeggi ed accordi speciali con un ritmo sovente rubato tanto da apparire, a volte, in ritardo rispetto allo schema del combo che mantiene invece uno swing ortodosso, con ricorso frequente alle spazzole e ad un basso dialogante.

Strumentalmente i meccanismi di interazioni sono ben rappresentati in Ir Atzuva--It's a Sad City, pezzo strumentale in cui il trio base si presenta per quello che è;  le interpretazioni più da entertainment quali Our Love Is Here To Stay (Gershwin) e Can't Take My Eyes Off You (Frankie Valli) sono comunque virate con una leggera pigrizia al senso tipico del nightclubbing, ben confermate da una tromba quasi acida ed essenziale e da una parte ritmica in beat diretto.

La voce di Dida si accoppia perfettamente a questi umori strumentali che privilegiano più l’espressione che la ricerca del virtuosismo malizioso; in questo senso il disco, pur essendo un debutto, è una prova di maturità che culmina nel pezzo di Silver Calcutta Cutie in cui le corde della chitarra recuperano bene la filosofia africana ed etnica del grande maestro, enfatizzata da un basso walkin’ e da una batteria con ha un timbro da percussioni che colora il tutto di esotico. 

Della serie: niente di nuovo sotto il sole ma che sorpresa!

Track List

  • Our Love Is Here To Stay
  • After You've Gone
  • Fried Pies
  • There's A Lull In My Life
  • Can't Take My Eyes Off You
  • Ir Atzuva--It's a Sad City
  • Three Coins In The Fountain
  • More Than You Know
  • Stompin' At The Savoy
  • Calcutta Cutie
  • That's All