Cold As Weiss<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz

Delvon Lamarr Organ Trio Cold As Weiss

2022 - Colemine Records / Goodfellas

22/02/2022 di Pietro Cozzi

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Il gusto per le copertine retrò, caratterizzate da foto in bianco e nero che grondano fascino vintage, dice già molto dello stile e delle passioni musicali del Delvon Lamarr Organ Trio, formazione nata a Seattle nel 2015 e in costante ascesa di popolarità. Cold As Weiss, che nel titolo cita il nuovo batterista Dan Weiss, di freddo (cold) ha ben poco in verità: il disco si abbevera alle fonti della più torrida musica nera degli anni Sessanta e Settanta, restituendone una versione meno sanguigna e più adatta alla modernità, semplificandone le trame e ripulendone in parte i suoni. Delvon Lamarr e compagni oscillano fra la selvaggia energia e creatività dei combo jazzistici guidati dai “mammasantissima” dell'organo (Jimmy Smith, Larry Young, Lonnie Smith) e il groove di alcune immortali backing band soul e rythm'n'blues come Booker T. and the M.G.'s e The Meters, caposaldi immortali del sound afroamericano. La prevalenza va però nettamente al secondo versante, per un disco – il terzo dopo I Told You So (2021) e Close But No Cigar (2018) – che guarda soprattutto al funky-soul e al pop, da intendersi come “a più vasto consumo” e non necessariamente in chiave strettamente musicale.

Seppur forse un po' pretenziosa, la presentazione della loro musica sulle pagine del sito web della Colemine Records serve a render l'idea: la loro specialità è l'arte perduta della “feel good music”, la musica “per star bene”. Questo intendimento si sostanzia, ancor più che nei lavori precedenti, in una maggior concentrazione sul groove e sulle melodie e in un minor spazio concesso all'improvvisazione. Se l'organ trio nel jazz si è sempre configurato come un divertissement ad altissimo tasso di creatività, il Delvon Lamarr Organ Trio predilige un orientamento più ritmico-melodico che armonico e uno stile pulito, lontano dalla complessità e dalle sfumature dei grandi interpreti di questo “micro-genere”. Un disco soprattutto da ballare, si potrebbe dire, ed è difficile trattenersi dal farlo in brani come Pull Your Pants Up, guidato dal ritmo implacabile e invariabile della chitarra e della batteria, o Get Da' Steppin', pezzo super-funk da lanciare ai piani alti delle classifiche.

Ovviamente nei quaranta minuti di Cold As Weiss c'è anche dell'altro. La stessa Get Da' Steppin' sciorina un assolo intrigante, arricchito di tutto l'armamentario di ogni buon organ hero: progressioni scalari che si intrecciano, cambi di ritmo, iterazioni, note tenute. I Wanna Be Where You Are (ancora una volta divertente, coinvolgente, ballabile) e Keep On Keepin' On confermano l'attenzione per la costruzione melodica, anche a costo di ridurre quasi all'osso le sonorità e potenzialità dello strumento principe, in un modus operandi che accompagna tutto il disco. In Uncertainty prevale una rilassata e sexy atmosfera soul, con i caldissimi accordi dell'organo sullo sfondo. Slip 'N' Slide aggiunge gioiosità e cantabilità di sapore gospel, giusto per non far mancare nulla al calderone di musica nera. E poi bisogna citare il terzo incomodo, l'alter ego del trio, il chitarrista Jimmy James, inaspettata arma di riserva ed efficace sponda a Lamarr in più di un'occasione. Don't Worry 'Bout What I Do è quasi tutta farina del suo sacco: prima espone il tema e poi esegue l'assolo, mostrando influenze blues ma senza mai abbandonare una sonorità pulita, levigata. A lui si deve anche la deviazione più oscura del disco, la notturna This Is Who I Is, spruzzata di psichedelia e punteggiata di latrati wah-wah di lontana matrice hendrixiana. In attesa, magari in futuro, di qualcosa di più corposo e profondo, possiamo farci infettare serenamente da questa “feel good music”, e muoverci a ritmo.

 

 

 

 

 

Track List

  • Pull Your Pants Up
  • Don`t Worry `Bout What I Do
  • I Wanna Be Where You Are
  • Big TT`s Blues
  • Get Da Steppin`
  • Uncertainty
  • Keep On Keepin` On
  • Slip `N` Slide
  • This Is Who I Is