Late for a Song<small></small>
Rock Internazionale • Folk • blues, post-rock, klezmer, country

Dead Cat In A Bag Late for a Song

2014 - Viceversa Records / Audioglobe

09/04/2014 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Dead Cat In A Bag#Rock Internazionale#Folk #Blues #Country

Una valigia colma di sonorità dalla grande potenza evocativa, zingare ed eleganti, tradizionali, eclettiche e (re-)inventate, così come di silenzi, in cui riecheggiano suoni spettrali e ubriachi di tristezza, alcool e raffinatezza, ruvida e roca, eppure di velluto; una cassapanca stregata che libera fantasmi, simboli drammatici, ironia beffarda e tragica, immagini di morte e realismo: è questo il nuovo e secondo album dei Dead Cat in a Bag, band nata a Torino circa 7 anni or sono.

“Days come to a band end, so do butterflies and flies, / all the shoes, the old photographs / grandparents and childhood friends”: come in questi versi recitati in Just Like Asbestos, nell’album un retrogusto malinconico, che ad esempio nutre la dolcezza da carillon della splendida Tarde (pronta a trasformarsi in una ballata acustica gitana), è combattuto a colpi di disincanto. Quest’ultimo è rassegnazione e resistenza al dolore, che impasta dettagli poetici e raccapriccianti, delicato e grottesco, perché gli incanti della felicità vanno in frantumi o appassiscono; allora, nella propria condizione raminga e “clandestina” fin nell’anima, ci si butta in un’indiavolata danza klezmer (Wanderer’s Curse), tra il ritmo del contrabbasso, un forsennato, irresistibile violino folk, il clarinetto di Simone Arlorio e la tromba di Enrico Farnedi, alcuni tra gli amici-ospiti del lavoro (tra gli altri ci sono Davide Tosches, Valerio Corzani, ecc.).

Nella Bag dei Dead Cat troviamo ancora “the icy plains of Russia”, che ricordano ad esempio paesaggi, desolazione e stanchezza dello Živago di Pasternak, prima di una chiusa rabbiosa e straniante fino all’urlo straziato, e deserti folk e blues, che ospitano sorprendenti commistioni di dobro e Minimoog (It’s a Pity), diventano palco di cover “haunted” e impetuose (il noto traditional-capolavoro, House of Rising Sun) e si trasformano in luoghi di epifanie sinistre, nello snidare nel silenzio “creaks, whispers, / choughs, moans, / betrayed secrets and sighs of wind” (Silence Is Not Pure), o di anti-ierofanie nichiliste. E infine ebow dal suono languido e imperscrutabile (Unanswered Letters), ballad klezmer cinematiche, trascinanti e dolorose come un lento danzato da soli (Za późno na piosenkę), momenti di abbandono all’abbraccio dolce e lancinante della tristezza, quando non di struggente sofferenza per una perdita immedicabile, che ha colpito anche una parte di sé (“All the things that you were the one / to love and to like and to see […] They are no longer with me”, nella conclusiva sinfonia minimale di folk distorto All Those Things, a sua volta con coda/ghost-track con trame di armonica ariose e sospese).

Quella di Luca Andriolo appare ancora una volta, una volta in più, una voce gravida di buio, quello che è insieme (auto)distruttivo e affascinante, e regala interpretazioni esemplari, che risuonano ulceranti, quasi “violente”, per il loro impatto emotivo e dolente, e violentemente “vere”; i suoi versi si mantengono comunque sempre a livelli di intensità, profondità e lirismo che potremmo a ben dire definire “letterari”.

Late For a Song¸ tra brani cantati e strumentali, è un disco lacerante, sofferto, profondo, maturo. Che suonerebbe, un po’ ossimoricamente, già come un nuovo classico, ma (per fortuna) è pure un iconoclasta, un funambolo giramondo in bilico al di sopra dei canoni e delle presunte, stupide frontiere tra i generi, con un sorriso amaro e una maschera dall’espressione obliqua. Da ascoltare. E tutto d’un fiato, come un bicchiere di vino, per immergersi nelle sue atmosfere al contempo allucinate, ballabili e affrante.

Nota di merito per la front-cover a firma Federica Genovesi e Luca Andriolo, un simulacro pensoso e malinconico, di dolore, dignità, eppure bellezza.  

Track List

  • Not Ever More
  • Nothing Sacred
  • Ravens at My Window
  • Za późno na piosenkę
  • Silence is not Pure
  • The House of the Rising Sun
  • Unanswered Letters
  • Trop tard pour une chanson
  • Old Shirt
  • Wanderer’s Curse
  • Once at Least
  • Just Like Asbestos
  • It’s a Pity
  • Tarde
  • All Those Things

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