De Relitti AHAHAH
2023 - Pioggia Rossa Dischi
Toscano d'adozione con un cognome fittizio e vagamente dandy, ispirato dai molteplici richiami al mare nei testi dell'album, Giovanni De Relitti si dipinge naufragato alla ricerca di un po’ di bonaccia, pur non amandola particolarmente.
Ascoltatore vorace di musica, l'artista in questione ha saputo creare un mix personale da molteplici influenze senza scadere nell’ovvietà: in AHAHAH beat italiano degli anni '60, elettropop anni '80, alcuni rimandi british e molto altro sono uniti da un filo che parte dalla scrittura dei testi, sui quali solo in un secondo momento vengono costruite le armonie e le strutture.
Lo stile narrativo è peculiare, ricco di immagini non banali che si sviluppano in racconti, impreziositi dove occorre da tocchi di chitarra o dai fiati, suonati da Samuele e Francesco Cangi, che intervengono sulle basi accentuando il mood di ogni pezzo. Orecchiabili e pop con accezione positiva, accantonando per una buona volta l’etichetta di indie italiano (anche se il disco si inserisce a pieno titolo in questa corrente), pezzi come Mercurio contro o MARECALMO, dove alla voce compare anche Nervi, scorrono in leggerezza, nonostante si affronti sovente il tema dell’incomunicabilità nelle relazioni personali.
Niente è lasciato al caso: c’è consapevolezza nella scelta di usare l’handclapping nel singolo Blues degli spigoli, così come nelle note oniriche di Ahahah o Olodramma, che per qualche secondo interrompono lo scorrere armonico dei brani senza snaturarli.
Fresco e piacevolmente radiofonico, ironico, a volte sarcastico, ma mai cinico, De Relitti ha creato un album in cui l’uso prevalente dell’elettronica e dei synth non annoia, dove le canzoni tendono a imprimersi facilmente in testa e mostrano un potenziale per una buona crescita artistica.