Davide Intini Quartet Ego Taming
2023 - Autoprodotto
Come racconta Intini stesso, Ego Taming è stato per lui un modo di presentare il suo viaggio musicale, iniziato da adolescente con l’innamoramento del suono del sassofono e sviluppatosi attraverso varie fasi che gli hanno cambiato la vita. Queste fasi, come anticipato, l’hanno portato prima in Spagna poi in America, dove ha avuto modo di conoscere e suonare con grandi musicisti.
Il risultato è un disco ben legato, anche se ogni brano ha una sua personalissima definizione. Il più espressivo, che non fatica a rimanere impresso, è forse proprio il primo, Zone In, dove il sax di Intini destreggia attentamente il potere di lasciare l’ascoltatore sospeso tra le note del suo tema e incantarlo.
Si tratta davvero di un ottimo pezzo che apre la strada al resto delle tracce. Segue Ego Taming, brano da cui trae il nome il disco e che risulta essere più affievolito e tranquillo. Il sax di Intini qui recita un lento soliloquio piuttosto rilassante fino a convergere in un interessante finale. La stessa atmosfera si ritrova in Picture In Random Colors, brano leggiadro, dove piano e batteria arricchiscono bene le pennellate di suono impresse dal sax.
Si ritrova brio in 21-2, che come Still Hoping – seppur in modo diverso – mette in mostra tutta la validità dell’interplay che scorre tra i quattro musicisti, che anche a ritmi piuttosto serrati riescono a produrre jazz “classico” e di qualità. Degni di nota sono sicuramente gli arrangiamenti di Still Hoping.
Più delicate, ma non per questo meno piacevoli – anzi – Safe Space e Soaked Valse. Nella prima il sax di Intini scorre lento tratteggiando fraseggi lontani, accompagnato con attenzione dalle quattro corde di Palmieri. Ad Albini non resta che poggiare accordi al momento giusto e il gioco è fatto. Lo stesso più o meno accade in Soaked Valse, dove la melodia di Intini racconta ancora in modo allegro, ma nostalgico.
A chiudere degnamente questo interessante lavoro è The Simple Values, che proprio come la prima traccia ha il non scontato potere di rimanere impressa nella mente. Ancora una volta la melodia ha del sentimentale, ma la sua leggiadria le consente di non appesantire troppo il pezzo. La batteria scandisce bene il tempo. Il piano ricalca il tema del sax e alla fine anche un simpatico coro fa lo stesso, terminando poi a cappella e regalando così un finale particolare a un disco altrettanto originale.