Davide Gammon Gospel EP
2017 - DIY / The House of Love
In questo momento storico della musica italiana, omologato e scialbo, rappresentato dai talent o dietro spoglie underground per modo di dire, ascoltare Gospel EP di Davide Gammon Scheriani è stata una vera e propria benedizione. Il lavoro è potente, ingegnoso, personale. Libero. La musica è questa cosa qui, ma ce lo dimentichiamo spesso.
E la libertà si sa, non sempre è un grande affare, per cui per scoprire un disco e un artista del genere bisogna avere fortuna, e i casi sono fondamentalmente tre: capitare per sbaglio a un suo live in qualche locale/festival in provincia di Milano; essere dei nerd volenterosi di trascorrere ore su Bandcamp per ricercare e fare ascolti; leggere appassionatamente le webzine musicali.
Gospel EP è il quarto lavoro da one man band di questo autore che conosciamo sin dai tempi di Hikobusha, band wave da lui fondata che ha visto più musicisti prender parte al progetto. La matrice è rimasta pressoché la stessa: campionatori, Kaossilator, punk-blues alla base chitarristica, armoniche urlanti. Testi di alto livello (Io sto coi pochi, su tutte) esposti a cantati che fanno incontrare Elvis con l’hip-hop. La registrazione è do it yourself, con i risultati del bravo artigiano.
Mediamente la caratura musicale di Gammon ha sempre strizzato un po’ l’occhio agli anni ottanta, ma in questo caso l’artista ha messo in atto un elettronica più tribale, fatta di predicatori e superstizioni che portano all’800 rurale americano, per un risultato corale e profetico, alla maniera dei Bruce Peninsula.
Come lui stesso ha definito, il paesaggio sonoro è ombroso, in città di provincia sonnacchiose ed ambigue, in cui i campi di sterpaglie si riprendono terreni industriali (ormai) abbandonati. Il campanile in piazza scandisce un ritmo solenne in 4/4 che nessuno ascolta e la fretta dei passanti tradisce la presenza malcelata di piccoli, inconfessabili segreti alla TWIN PEAKS ...O giù di lì.
Gammon è capace di trasformare la sua proposta intellettuale in uno spettacolo ricco di groove e una buona dose di ironia. Il disco viene riprodotto abbastanza fedelmente sul palco, zeppo di diavolerie digitali e caldo di una presenza scenica che non fa sentire la mancanza di una band. C’è esperienza e, come spesso accade, l’esperienza fa la differenza. Altro che trap e frangette indie.
Fratelli e sorelle, abbracciate questo predicatore matto. Non ve ne pentirete, potete starne certi.
Gospel Ep è distribuito esclusivamente online (streaming e download) al seguente link: davidegammon.bandcamp.com
E la libertà si sa, non sempre è un grande affare, per cui per scoprire un disco e un artista del genere bisogna avere fortuna, e i casi sono fondamentalmente tre: capitare per sbaglio a un suo live in qualche locale/festival in provincia di Milano; essere dei nerd volenterosi di trascorrere ore su Bandcamp per ricercare e fare ascolti; leggere appassionatamente le webzine musicali.
Gospel EP è il quarto lavoro da one man band di questo autore che conosciamo sin dai tempi di Hikobusha, band wave da lui fondata che ha visto più musicisti prender parte al progetto. La matrice è rimasta pressoché la stessa: campionatori, Kaossilator, punk-blues alla base chitarristica, armoniche urlanti. Testi di alto livello (Io sto coi pochi, su tutte) esposti a cantati che fanno incontrare Elvis con l’hip-hop. La registrazione è do it yourself, con i risultati del bravo artigiano.
Mediamente la caratura musicale di Gammon ha sempre strizzato un po’ l’occhio agli anni ottanta, ma in questo caso l’artista ha messo in atto un elettronica più tribale, fatta di predicatori e superstizioni che portano all’800 rurale americano, per un risultato corale e profetico, alla maniera dei Bruce Peninsula.
Come lui stesso ha definito, il paesaggio sonoro è ombroso, in città di provincia sonnacchiose ed ambigue, in cui i campi di sterpaglie si riprendono terreni industriali (ormai) abbandonati. Il campanile in piazza scandisce un ritmo solenne in 4/4 che nessuno ascolta e la fretta dei passanti tradisce la presenza malcelata di piccoli, inconfessabili segreti alla TWIN PEAKS ...O giù di lì.
Gammon è capace di trasformare la sua proposta intellettuale in uno spettacolo ricco di groove e una buona dose di ironia. Il disco viene riprodotto abbastanza fedelmente sul palco, zeppo di diavolerie digitali e caldo di una presenza scenica che non fa sentire la mancanza di una band. C’è esperienza e, come spesso accade, l’esperienza fa la differenza. Altro che trap e frangette indie.
Fratelli e sorelle, abbracciate questo predicatore matto. Non ve ne pentirete, potete starne certi.
Gospel Ep è distribuito esclusivamente online (streaming e download) al seguente link: davidegammon.bandcamp.com