Davide De Luca Crisalidi
2024 - MAKEATHOUSAND/The Orchard
Il leccese Davide De Luca lo scorso 14 giugno ha pubblicato il suo primo ep; si tratta di Crisalidi, reso disponibile dall’etichetta MAKEATHOUSAND e distribuito da The Orchard.
Si parte con la title track, che si apre con un piano solenne; la voce narrante, pur essendosi persa, conosce molto bene chi le sta accanto; dentro trattiene un fiume di parole a cui un secondo sarà sufficiente per esprimere tutti i suoi pensieri. Avverte la sensazione di essere inerme, proprio come un bruco in balia del vento, pur essendo consapevole che, per volare, esplorare e conoscere il mondo esterno, deve fare lo sforzo di aprire le ali; nel ritornello entra una batteria d’ispirazione jazzistica che si unisce al piano, ora cadenzato.
Più vivace è Amsterdam che prende spunto da un cambiamento interiore: se nella mente piove, sintomo di tristezza e malinconia, fuori splende il sole, e, per spalancare la finestra, basta pronunciare un nome. Come dei mulini della capitale olandese, pur essendo distanti, girano insieme se si alza il vento, è necessaria quindi una spinta esterna per funzionare. La batteria ha un ritmo lievemente sostenuto e fiati e piano danno freschezza.
Si sale ancora d’intensità con Elettricità, pezzo molto vivace che si avvicina alle sonorità e al ritmo della dance. Una ragazza vede il protagonista stanco, ma non ne comprende la motivazione, e, circondati da tanta confusione e gente strana, decidono di correre via alla ricerca di una scossa. Una nota malinconica arriva con Persone sole, che si apre con pochi tasti di piano; questa però risulta essere solo una breve illusione; infatti nel ritornello entrano la batteria e il basso a spazzare via i toni cupi. Il protagonista affronta il cambiamento che ha permesso alla società di essere caratterizzata sempre più da interconnessioni mediante la tecnologia, ma d’altro canto ha soltanto allontanato gli individui gli uni dagli altri; infatti tutti intorno a lui prestano molta più attenzione allo schermo che hanno davanti rispetto alla gente che li circonda.
Uno sprazzo di reggae arriva con Volare alto, in cui l'artista affronta il tempo e la paura che esso passi troppo velocemente. Ciò lo spinge a puntare sempre al meglio senza mai dimenticarsi di prestare molta attenzione a non farsi incenerire dal sole; quindi stare in allerta dai tanti pericoli che potrebbero presentarsi. Si termina con la versione acustica di Persone sole in cui l’artista si mette dietro al pianoforte per dare enfasi all’esecuzione.
In tutti e cinque i brani vi è la volontà di Davide De Luca di ripercorrere le fasi cruciali della propria esistenza e si accompagna un forte desiderio di rinascita ed affermazione.
Si parte con la title track, che si apre con un piano solenne; la voce narrante, pur essendosi persa, conosce molto bene chi le sta accanto; dentro trattiene un fiume di parole a cui un secondo sarà sufficiente per esprimere tutti i suoi pensieri. Avverte la sensazione di essere inerme, proprio come un bruco in balia del vento, pur essendo consapevole che, per volare, esplorare e conoscere il mondo esterno, deve fare lo sforzo di aprire le ali; nel ritornello entra una batteria d’ispirazione jazzistica che si unisce al piano, ora cadenzato.
Più vivace è Amsterdam che prende spunto da un cambiamento interiore: se nella mente piove, sintomo di tristezza e malinconia, fuori splende il sole, e, per spalancare la finestra, basta pronunciare un nome. Come dei mulini della capitale olandese, pur essendo distanti, girano insieme se si alza il vento, è necessaria quindi una spinta esterna per funzionare. La batteria ha un ritmo lievemente sostenuto e fiati e piano danno freschezza.
Si sale ancora d’intensità con Elettricità, pezzo molto vivace che si avvicina alle sonorità e al ritmo della dance. Una ragazza vede il protagonista stanco, ma non ne comprende la motivazione, e, circondati da tanta confusione e gente strana, decidono di correre via alla ricerca di una scossa. Una nota malinconica arriva con Persone sole, che si apre con pochi tasti di piano; questa però risulta essere solo una breve illusione; infatti nel ritornello entrano la batteria e il basso a spazzare via i toni cupi. Il protagonista affronta il cambiamento che ha permesso alla società di essere caratterizzata sempre più da interconnessioni mediante la tecnologia, ma d’altro canto ha soltanto allontanato gli individui gli uni dagli altri; infatti tutti intorno a lui prestano molta più attenzione allo schermo che hanno davanti rispetto alla gente che li circonda.
Uno sprazzo di reggae arriva con Volare alto, in cui l'artista affronta il tempo e la paura che esso passi troppo velocemente. Ciò lo spinge a puntare sempre al meglio senza mai dimenticarsi di prestare molta attenzione a non farsi incenerire dal sole; quindi stare in allerta dai tanti pericoli che potrebbero presentarsi. Si termina con la versione acustica di Persone sole in cui l’artista si mette dietro al pianoforte per dare enfasi all’esecuzione.
In tutti e cinque i brani vi è la volontà di Davide De Luca di ripercorrere le fasi cruciali della propria esistenza e si accompagna un forte desiderio di rinascita ed affermazione.
