Died In The Wool - Manafon Variations<small></small>
Derive • Voci

David Sylvian Died In The Wool - Manafon Variations

2011 - Samadhisound

24/03/2012 di Paolo Ronchetti

#David Sylvian#Derive#Voci

  Il grande regista francese Jean Renoir - figlio del grande pittore impressionista -, per indicare come la propria personale ricerca poetica difficilmente potesse allontanarsi da un percorso segnato, affermava: "Noi registi siamo condannati a fare e rifare lo stesso film per sempre”. Se questa frase è vera, in senso lato, per quasi tutti gli artisti di tutte le arti, per David Sylvian, il fare e rifare lo stesso album è qualcosa che, da qualche anno a questa parte, ha sempre  più a che fare con una personale ricerca ossessiva sulle possibilità offerte dalla stessa canzone, o dallo stesso album, di rimodellarsi in modo completamente diverso nel tempo.

    Questa volta, con questo complesso e bellissimo Died In The Wool, tocca alla rivisitazione dell’altrettanto bello Manafon, album del vicino 2009. Queste manafon variation contengono solo cinque delle nove tracce del predecessore, le altre sette tracce sono il risultato finale della lenta riscrittura di brani scartati o di nuove composizioni frutto, come del resto quasi tutti i brani dell’album sin dal suo concepimento, del lavoro con il compositore giapponese Dai Fujikura che riveste quest’album di orchestrazioni straordinarie. Il tutto con ospiti abituali e non: da Steve Jansen al prezioso Evan Parker.

  Parlare dei brani singolarmente è quasi inutile. All’ennesimo riascolto, per questa recensione, posso solo dire che il sax di Parker in Anomaly At Taw Head colpisce con una forza inusitata ma che il senso dei silenzi, delle pause e delle pure melodie di Sylvian appartiene a una concezione della musica unica e affascinante se solo si ha il coraggio di abbandonarsi.

  Il discorso è simile, anche se più estremizzato della forma, per il lungo strumentale che occupa per intero il secondo cd (When We Return You Won’t Recognise Us). Il brano, di quasi venti minuti e tratto da una installazione per la Biennale Delle Canarie del 2009, è una suite strumentale in cui l’orchestrazione di Fujikura lavora su sospensioni cariche di dissonanze angosciose piene di domande forse senza risposta. 

  David Sylvian si conferma, oggi ancora più di ieri, un visionario avanti nel tempo. Un uomo fuggito al suo dolore con una fuga in avanti di decenni. Un uomo fuggito alla propria angoscia per poterla raccontare compiutamente con parole, musica e soprattutto con una idea globale di opera che è arte allo stato puro. Arte che spazza via - tra un sussurro di sax, sibili elettronici e rarefatte trame orchestrali – tutto ciò che ci passa davanti alle orecchie in questi anni con un’autorevolezza e lucidità che lascia sbalorditi!

Track List

  • CD1
  • Small Metal Gods
  • Died In The Wool
  • I Should Not Dare
  • Random Acts Of Senseless Violence
  • A Certain Slant Of Light
  • Anomaly At Taw Head
  • Snow White In Appalachia
  • Emily Dickinson
  • The Greatest Living Englishman (Coda)
  • Anomaly At Taw Head (A Haunting)
  • Manafon
  • The Last Days Of December
  • CD2
  • When We Return You Won't Recognize Us