David Krakauer/john Zorn John Zorn Book Of Angels, Vol. 18: David Krakauer Plays Pruflas
2012 - Tzadik
Nel 1992 il primo incontro tra i due con l’epocale Kristallnacht pietra miliare della musica “ebraica”e di un modo innovativo di pensare il Racconto della Shoah in musica.
Anche in questo Pruflas, diciottesimo capitolo del monumentale Book of Angels zorniano, la collaborazione tra i due è straordinaria! Della scrittura zorniana Krakauer enfatizza i colori klezmer delle composizioni ma spinge in una direzione tutt’altro che tradizionale la splendida band da lui capeggiata. Già la presenza di Keepalive al Laptop fa capire l’idea che muove questa lettura ma a dare una forza e vigore unico alle composizioni contribuisce molto la sezione ritmica formata da Michael Sarin e Jerome Harris (rispettivamente Batteria e Basso Elettrico), una sezione abituata ai tempi complessi e, nello stesso tempo, alla danzabilità. Su questa base Krakauer (Clarinetto e Clarinetto Basso) e Sherly Saile (Chitarra) spingono sull’acceleratore appena è possibile.
Partiamo dagli ultimi tre brani e dalla sorpresa: Neriah-Mhariel parte meditativa per arrivare ad un tema tra i più festaioli di tutta la produzione zorniana anche dopo la sua virata funk e il raddoppio folk punk finale che fa quasi da intro alla successiva Tandal. Lo splendido tema questo brano, trattato come un Funk/Punk alla Contorsion, a mio parere vede comparire, non segnalato su disco presentazioni e recensioni, proprio il sax di Zorn. Il suo suono acido spezzettato, allo stesso tempo ritmico e melodico, è valore su cui tutti i musicisti aggiungono quanto di meglio possono fare e soprattutto la Saile esibisce una cattiveria fuori dal comune. La finale Monadel riappacifica, anche se tutti non perdono l’occasione per divagazioni poco ortodosse!
Ma sin dall’iniziale Ebuhel si era capito l’approccio: brutale stacco di batteria e tema staccato dalla band con veloci (e feroci) break di chitarra e laptop…quindi sgocciolii elettronici e tema in puro stile klezmer del solo Krakauer con il gruppo che entra piano piano con intrecci e contrappunti alquanto liberi sempre più intensi sino alla riproposizione del tema. Più tradizionale Kasbeel su un ritmo morbido e tema basato su tipiche melodie zorniane su cui intervengono duetti chitarra clarinetto assolutamente non tradizionali.
In Vual stacchi veloci e quasi jazzati vengono sostenuti dallo swing della batteria di Sarin e dal walkie’ bassistico di Jerome Harris: al primo solo di Krakauer segue quello della bravissima Sheryl Baile e quindi una serie di corus dedicati ai fitti duetti dei due in cui talvolta interviene discreta anche l’elettronica di Keepalive. Segue Parzial-Oranir: 11 minuti abbondanti di viaggio (e festa) su due piccoli temi il primo dei quali arriva solo dopo alcuni minuti di prologo e cui seguono intrecci strumentali e vocali sui quali Krakauer svetta sino al secondo tema che parte veloce e fisico su tempi e modi vicini a quelli della migliore Electric Masada mentre Egion è tema Yiddish in salsa funk...
Insomma disco poco ortodosso ma più che interessante e con una presenza zorniana evidente nella capacità di mescolare stili e attitudini cui tutti i musicisti rispondono splendidamente sotto la guida di un Krakauer mai così piacevolmente acido.