Dan (Dan Album)<small></small>
Americana • Rock • Country Rock

Dan Israel Dan (Dan Album)

2015 - Autoprodotto / IRD

01/12/2015 di Claudio Giuliani

#Dan Israel#Americana#Rock #Dave Boquist #James Tyler O’Neill #Adam Levy #Mike Lane #David J. Russ

Da quanto tempo non incrociavo Dan Israel !! Ora, grazie alla magia del web mi sono imbattuto in alcune delle canzoni che costituiscono questo suo nuovo disco fresco di stampa. Un CD che da qualche giorno sta girando nel mio lettore regalandomi buone soddisfazioni. E’ quindi con estremo piacere che vengo a raccontarvi (e raccomandarvi) questa sua nuova fatica. Sorprendente e inaspettato, il nuovo disco di Dan Israel è un album decisamente piacevole, senza compromessi e scorciatoie, il nostro amico ha semplicemente cercato di assecondare i suoi sogni di rock’n’roll.

Originario del Minnesota, ha la sua base a Minneapolis; l’avevamo conosciuto anni fa alla guida di una band denominata Cultivators che ci aveva consegnato un paio di dischi più che interessanti, (Mama Kitchen 1999, Love Ain’t A Cliche 2002, Before We Met) sono poi seguiti un’altra decina di album solisti dall’impronta cantautorale contaminata da un’effige roots-rock, (tra questi si ricordano: Time I Get Home, See Mornig Light, Before We Met, Live On) alcuni di buon impatto, altri un po’ più consueti e destinati a pareggiarsi nell’immensa concorrenza della produzione del panorama roots made in USA.

Israel si muove tra acustico ed elettrico in un sound che ricorda un po’ dei nostri artisti capoclasse: ci potete mettere chi volete, pure Dylan, plausibilmente un po’ del Mellencamp degli ultimi giorni, Elvis Costello e anche un po’ dei Wilco più folk, ma nel gioco degli accostamenti Tom Petty è certamente quello che oggi più emerge dalle acque come un irraggiante Nettuno. Dan Israel torna in questi giorni a far sentire la sua voce con questo adorabile Dan Album dove, come anteposto, svela un cantautorato rock dalle chiarissime influenze roots agganciate da ballads e atmosfere dinamiche e fervidamente frizzanti con le 12 corde in gran spolvero.

Questo è un disco che non è avaro di sorprese e attrazioni; in questo senso vale la pena citare Can’t Believe It, una zigrinata rock ballad tompettyana molto accattivante. Forse il suo sound è derivativo, ma qual è il problema? Trasuda onestà e passione e questo non è poco, è un valore e una medaglia che gli va appuntata. La stessa passione la mettono i musicisti coinvolti in queste tracks, tra questi signori ci sono Dave Boquist (Son Volt), James Tyler O’Neill tastiere, Adam Levy (Honeydogs): guitars, Mike Lane: bass, David J. Russ: drums e altri amici; è una passione che dona autenticità a canzoni che scorrono solleticando memorie e trascendenze emotive, riportando storie belle e enunciando musica soddisfacente per un disco obiettivamente delizioso.

E tra le varie tracks, oltre a Can’t Believe It, possiamo indicarvi l’ouverture di Winter Is Coming, la festosa Be With Me con tanto di trombe danzanti, il mantello del Wurlitzer diTwo Bright Stars, il brio lunare della 12 corde jangle-pop di Lonely Too con Petty e Jeff Tweedy che saltellano nelle tasche e i contrappunti delle trombe di Paul Odegaard. Try And Let You Solitaire è una ballad con colori rootsy&pop dai cento richiami, con dentro anche un po’ di Traveling Wilburys che ritroviamo sprizzare anche dalla successiva Winning At Solitaire. Tutte canzoni che sanno ammanettarci senza tentennamenti, con un piglio deciso e una freschezza straordinariamente efficace.

Hey Dan! Siediti un attimo qui con noi, dobbiamo brindare, c’è una bottiglia di prosecco che ci aspetta nel freezer!

Track List

  • Winter is Coming
  • Be With Me
  • Can`t Believe It
  • Two Bright Stars
  • You Don`t Love Me Anymore
  • Moving Day
  • Lonely Too
  • Try and Let You Know
  • Winning at Solitaire
  • Now You`re On Your Own