Damash Vizio e regole
2011 - Autoprodotto
E ora i fiori sono sbocciati. Il sound dei Damash riesce a fondere la rabbia delle chitarre, il synth, la melodia della voce del frontman Rocco Fiore, la vena acustica e quella elettrica in modo unico.
L’individualità del gruppo è maturata appieno, regalandoci un ep di rock di respiro internazionale e dai testi cinematografici, con un inconfondibile sapore Damash.
Già con Velluto l’inizio è al fulmicotone. La batteria è un metronomo, i riff di chitarra graffiano l’anima, l’arrangiamento, tra cori e backing vocals, è perfetto.
Con Vizio e regole i ritmi rallentano, il grunge si tinge di western.
Veleno bilancia le pulsanti strofe con un refrain di maggior respiro degno di un’arena rock. La rabbia verso colei che non riesce più ad ascoltare si snoda tra scariche elettriche.
Iena parte potente come una mitragliatrice, coniugando effetti elettronici e chitarre. Alle strofe sincopate fa da contraltare un refrain di ampio respiro ed impatto che accompagnano la storia di un’antieroina con la lato oscuro dietro le sembianze da iena ( Immagina di uscire/da questa dimensione/e non trovare un prezzo/ a ciò che hai sempre scelto[…] Immagina di uscire e non trovare il Sole/ solo le mie parole/ per farti respirare).
E sempre questa musa spiazzante è la cara dea di Ciao Enry. La vocazione scenografica dei testi qui emerge appieno. Nei versi è come se una telecamera di muovesse repentinamente tra i primi piani degli sguardi dei protagonisti, intrappolati in una tormentata liason da eroi decadenti fino al liberatorio ritornello (E allora fatti un giro in Messico/così mi distacco un po’) di pura consapevolezza ed adrenalina.
I Damash con questo disco entrano nella scena rock dalla porta principale. A questo punto basta poco per spiccare il volo.