Dailey & Vincent Patriots and Poets
2017 - BFD – Dreamlined
In Patriots & Poets i nostri due protagonisti, oltre ad abituali coadiutori, si sono circondati di pards autorevoli come Stuart Ducan al violino, Bryan Sutton on guitar & dobro, Rob Icks al dobro, Cory Piatt: mandolino, Jeff Taylor: accordion, Jessie Baker: banjo, Seth Taylor: guitars, oltre ad altri ospiti che menzioneremo più avanti. Patriots & Poets, 15 songs per 56 minuti, è strutturato alternando tracks dinamiche e scattanti ad altre più tranquille. Si parte alla grande con l’effervescenza dirompente di Gimme All Love You Got, track bluegrass al fulmicotone, avvincente e coinvolgente con gli strumenti che si impennano e si inseguono schizzando faville e le voci che si intessono l’una con l’altra. Beautiful Scars è invece una ballata dagli umori sentimentali e con quel velo di malinconia che disegna gradazioni pastello; arie romantiche che ritroviamo nell’intensa Until We’re Gone con un bel duetto con la voce femminile di Taranda Greene.
La gradevolissima Baton Rouge ha una configurazione più complessa, violino e fisarmonica tracciano temperate linee cajun-grass danzando su brezze spensierate. E le bandiere peculiari del bluegrass epico si ergono sventagliando con la slanciata Bill And Ole Elijah. La bella God’s Love ha viceversa le movenze attenuate di un valzer e vede al suo interno il mandolino di Doyle Lawson; nello swing di California c’è Steve Martin; mentre nella lancinante ballad Here Come The Flood c’è la chitarra di Dave Rawlings, una tra le più belle e intense songs dell’album. Ma anche Unsung Heroes, lo strumentale Spring Hill con i suoi schizzi frizzanti, la vivacissima That Feel Good Music, le lodi all’altissimo di He’s Been So Good To Me magistralmente cantate a cappella a quattro voci, le gradevolezze eufoniche di No Place Love Won’t Go con Bela Fleck al banjo, sono brani piacevoli che scorrono amabilmente e costruiscono compattezza a tutto l’insieme.
In chiusura l’agile luminescenza di That’s What We’re Put here To Do e la smagliante America We Love You certificano sostanza a un lavoro che con classicità grass, pur non enunciando niente di rivoluzionario, riesce a offrire attrattiva e gradevolezza.