Cristina Nico L` eremita
2018 - OrangeHomeRecords
L'esperienza di questa sensibile artista genovese, abilmente sostenuta dalla produzione di Raffaele Abbate (che suona anche piano, synth e percussioni) e dalla collaborazione di altre figure della stessa scena, come Sabrina Napoleone, si esprime in dodici eclettiche tracce, ricche di sonorità differenti, da quelle sperimentali e orientaleggianti e unicamente strumentali di Marrakession, a quelle vagamente alla Battiato del brano che dà il titolo all'album. Il tutto, col filo rosso del racconto di una donna, che guarda il mondo con lucidità e profondità.
Ascoltiamo quindi con interesse una Nico che si avventura nei sentieri fitti di trame chitarristiche di Puer Aeternus, o che sorvola con acre intelligenza il nostro mondo social in Chi c'è, o ancora che disegna, in Francesca, sorretta da suoni quasi punk, una figura indimenticabile di donna preda dei ricordi e della sofferenza. La scrittura di Nico è puntuta, chiara e evocativa insieme, e alterna momenti onirici ad altri totalmente espliciti, raggiungendo, in qualche caso, una suggestiva fusione fra i due estremi, come nel caso di Stranonè, in cui i cori e il volo di una mosca sottolineano il messaggio attuale e profondo del testo.Ma sono i suoni che rivestono il progetto espressivo a costituire l'elemento di maggiore coesione; la ritmica di Federico Lagomarsino (si ascolti Tempi di pace), la lap steel, il bouzouki e il cümbüş (un banjo turco) di Roberto Zanisi e gli archi di Osvaldo Loi si pongono al servizio di un disco che avvolge l'ascoltatore in una spirale acustica originale e totalmente contemporanea, pur nel rispetto alla tradizione del canto femminile più importante per la scena italiana, da Cristina Donà all'intramontabile Mina, soprattutto nei brani più drammatici, come ne La notte per ricominciare.
Una prova matura, insomma, che attende solo di essere confermata durante i live.