Cypher and Decipher<small></small>
Derive • Voci

Copernicus Cypher and Decipher

2011 - Moonjune

13/04/2011 di Gianpaolo Galasi

#Copernicus#Derive#Voci

Copernicus, al secolo Joseph Smalkowski, è poeta e musicista, inizia da indipendente la propria carriera all´inizio degli anni Ottanta e inizia a mescolare il rock col jazz, la psichedelia con la contemporanea, con un occhio a Dada e l´altro alla libera improvvisazione. Ce ne sono rimasti pochi come lui: John Giorno ad esempio, che di recente ha gratificato Milano con una sua performance al Cox 18. Persone che hanno dedicato la loro vita e la loro arte alla Visione. Profetica, per di più. 

Copernicus è in parte William Blake, per la tensione mistica che parte dalla materia e dalla sua fluidità, e per il tentativo di unire misticismo e scienza, recuperando, come il poeta inglese, le intuizioni di antiche culture pre-scientifiche (energia, trasformazione e subatomica sono le parole chiave dei testi ... cercatevi il ritratto di Prometeo fatto da Blake stesso e capirete); in parte Allen Ginsberg, e tutti coloro che dalla Beat generation in poi (ma anche in Europa, e anche prima dei Sessanta, allora: pensiamo a Dada, al Futurismo, a Fluxus .... ) hanno cercato di andare oltre le divisioni tra le espressioni artistiche così come si erano configurate nei secoli passati.

Un disco prezioso, registrato nel 2008 (ma pubblicato solo ora) sotto la direzione di Pierce Turner (songwriter e polistrumentista irlandese poco conosciuto, che ha debuttato a metà anni ottanta con Philip Glass come padrino) e con il compagno artistico privilegiato di quest´ultimo, il chitarrista Larry Kirwan (uno dei pochi che è riuscito a farsi defenestrare dal tempio del punk, il mitico CBGB´s, perché la musica dei suoi Black 47 era considerata ´troppo demoniaca´ ...), e un altra dozzina di musicisti d´area avant-sperimentale ...

Il risultato sono 10 brani la cui composizione è stata istantanea, mentre Copernicus declamava i suoi versi: rock (Free at last!), derive tropicaliste (Mud becomes mind, Step out of your mind), bave d´organo free form intimiste o bordoni di violoncello evocativamente pastorali (I don´t believe, Comprehensible), funk e rhythm´n´ blues (Matter is energy, Infinite strenght), ballads (Where no one can win), fino ai quindici minuti finali di The Cauldron, che pare uscita da una session di improvvisatori chicagoani di fine anni sessanta (più sul versante Artistic Heritage Ensemble che AACM, decisi a non trascurare le musiche popolari pur essendo intenti a cavar suoni inauditi dagli strumenti), un lungo e visionario inno alla trasformazione interiore, all´aprirsi all´energia e alla verità.

Album imprescindibile per tutti coloro che amano i visionari di ogni schiatta, la psichedelia, l´improvvisazione, la poesia e tutto ciò che esce dagli schemi per cavare, dal gran calderone, un´inedita scheggia di bellezza.

Track List

  • 01. Into the subatomic
  • 02. Free at last!
  • 03. Mud becomes mind
  • 04. I don´t believe
  • 05. Matter is energy
  • 06. Comprehensible
  • 07. Infinite strength
  • 08. Where no one can win
  • 09. Step out of your body
  • 10. The cauldron