Colin Stetson New History Warfare Vol. 2: Judges
2011 - Constellation
Stando alle note di copertina TUTTI i suoni di quest’album sono stati registrati live a parte gli interventi vocali di cui parlerò più avanti. Non mi resta che fidarmi avendo anche avuto la fortuna di parlare con chi l’ha visto dal vivo dalle nostre parti pochi mesi fa e ancora faticava a descrivermi questi suoni che hanno dell’incredibile. Il lavoro in studio di registrazione è stato gestito dai bravissimi Shahzad Ismaily e Ben Frost oltre che da Colin stesso, ed ha portato ad una microfonazione complessa (si parla di una ventina di microfoni dentro e fuori lo strumento!).
La sorpresa è quella di un musicista che usa tutto il corpo dello strumento e tutto il suo corpo per evocare suoni: a partire dal respiro per passare alla diteggiatura usata come percussione; dal respiro circolare che enfatizza i risuonatori della cavità orale e del sax; ai vocalizzi che diventano suono nascosto e un’incredibile tecnica che sembra scomporre il suono dello strumento in tre o più parti. Il suono che alla fine viene espresso sa di digeridoo come di orchestra di corni; di uccelli come di potenti e gravi sirene di navi… e a volte miracolosamente di tutto questo simultaneamente! Il tipo di lavoro non è nuovo ma nuova è la capacità con cui si esprime in questo New History Warfare Vol 2: Judges.
Ma il grado di tecnica e di raffinata complessità raggiunto da Stetson va sempre di pari passo con la capacità espressiva. In questo senso gli interventi di Laurie Anderson in quattro brani e di Shara Worden (My Brightest Diamond) in altri due, sono esemplari (soprattutto nel duetto di Fear Of The Unknown And The Blazing Sun). In Lord I Just Can’t Keep From Crying Sometimes di Blind Willie Johnson la Worden esprime un canto dolente che si fissa nel nostro cuore come marchio indelebile a partire dai due respiri iniziali alla ricerca di un tempo comune che trasformi la voce in una nenia dolorosa e il suono del sax in un richiamo potente che venga dalla terra e dalla terra sostenga il canto.
Certo il disco è assolutamente un disco di ricerca e, come tale, esprime una sua fatica all’ascolto, soprattutto per orecchie non abituate a un certo tipo di “lavoro”, ma il suono di Stetson è veramente impetuoso e pieno di grazia e sarebbe un peccato per chiunque perdersi un disco così bello e, a suo modo, mistico. Assolutamente imperdibile!