Grindstone<small></small>
Rock Internazionale • Hard & Heavy • Classic Rock

Cold Truth Grindstone

2016 - Blue Rose Records / IRD

17/08/2016 di Gianmario Ferrario

#Cold Truth#Rock Internazionale#Hard & Heavy

E' possibile nel 2016 convincere ancora il pubblico moderno con un disco di classic hard rock?

Dalla mitica etichetta Blue Rose, ci arriva in redazione il secondo disco dei Cold Truth, Grindestone , e bene, signore e signori, rockettari e nostalgici, romantici ma anche scettici: la risposta è si.

Sono passati più di trentanni da quando questo genere spettinava le masse e nutriva l'attenzione di tutti i media (dall'underground al mainstreaming convertito). Poi il suono si è trasformato, pur rimanendo duro ha visto la sua bella trasformazione nei '90 e il tracollo definitivo ai tempi del primo Iphone e delle frangette tra gli adolescenti.

Oggi ritorna sotto forma di fotografia attraverso riviste per ricchi nostalgici (vogliamo parlare delle 10 euro mensili di Classic Rock o di quell'altro, Prog Magazine?). Nel frattempo, a Nashville qualche Harley continua a girare, Cavenders Boots continua a vendere i suoi stivali ed eccoci qui, con una band incredibilmente credibile.

Il quartetto americano, sotto accurata selezione di giuste scelte artistiche, ci serve sul piatto un lavoro al quale non si può dir di no. Benché lo stile non esca minimamente dal tracciato degli antenati, ha qualcosa di speciale. Evidentemente è passato molto tempo dall'ultimo nostro ascolto di un disco dei Deep Purple, magari ci eravamo proprio scordati che una volta, anche noi ci agitavamo grazie a queste sonorità fichissime. Che, tra l'altro, ok intramontabili, ma solo quando si tratta di artisti del periodo '70 / '80 e qualcosa dei '90, dopodiché ben poca roba può rimanere scolpita nelle nostre menti. Poi il vuoto. Parlando di qualità ovviamente.

Qui ci ascoltiamo, invece, un album bello sanguigno, che sa di storia e ben poco di copiato. E poi, per quanto il cantante Thane Shearon assomigli incredibilmente a David Coverdale per timbro e stile, non si può resistergli. Le canzoni vanno dritte al sodo e hanno una pacca micidiale. Il copione ha le sue regole (dal metallo alla ballata per il rocker innamorato) (praticamente da Ozzy Osbourne a Lorenzo Lamas) e si presenta con una copertina in perfetto stile. Solo il font usato per il nome della band ci compra tutti.

Qualche influenza southern, qualche virtuosismo, ma senza mai eccedere nella demenza.

Amore viscerale per un periodo storico, tradotto da belle cavalcate come la prima Livin Hard, per poi raggiungere un suono più caldo e blues con No Sleep 'Til Sturgis, prendendo una bella mazzata con la title-track Grindestone.

Gente, per il genere in sé è quasi un miracolo.

Vero che cambiano le mode, i giovani, i tempi. E probabilmente è proprio per questo che l'omaggio al passato, il più delle volte, con l'andare delle ere diventa una caricatura fatta male. Anche perché per fare del buon hard rock le carte da giocare sono poche e sono del tutto scoperte, non ci si può inventare chissà che cosa.

Conclusione: se non siete tra i più fighetti e non idolatrate anche voi band come Blackberry Smoke (una coverband mascherata dall'ipotesi di canzone inedita) (diamo al popolo ciò che già conosce così sarà felice), le possibilità di apprezzare questo disco sono molte. Oh, non ci sono rivoluzioni in Grindestone, sia chiaro. Ma nemmeno scopiazzature a buon mercato. Ed è già una gran cosa.

Let's Rock!

 

Track List

  • Livin’ Hard
  • Where The Music Takes Me
  • No Sleep ‘Til Sturgis
  • Leave Your Leather On
  • Grindstone
  • The Long White Line
  • New Horizon
  • Hands On The Wheel
  • Last Man Alive
  • Take Us Serpents
  • Give It Time
  • Free Man