Coez Faccio un casino
2017 - Autoprodotto
Un connubio perfetto tra un pop che ti entra subito in testa senza lasciarti più e dei testi scritti che partono dal rap, dal rap attingono e si evolvono in uno stile unico che è quello a cui Coez ha ormai abituato il suo pubblico. Con Faccio un casino, l’artista romano alza di nuovo l’asticella già elevata dei suoi tre lavori precedenti dando alla luce un disco fresco, diretto, amabilmente pop tutto da cantare, tenendo sempre ben salde le radici da rapper con il gusto delle parole che solo chi viene da quel mondo può creare.
Le 12 canzoni di Faccio un casino si alternano tutte tra pop e rap con l’ironia che sempre contraddistingue Coez, accompagnato in questo viaggio da Niccolò Contessa (I cani) e Sine, produttori insieme a lui del disco e con ospiti d’eccellenza come Gemello, che compare in Taciturnal; Gemitaiz che lo accompagna in Occhiali scuri; Lucci in Un sorso d’ipa.
Dopo una breve intro, Still fenomeno, in cui Coez ci introduce nel suo mondo avvisandoci che registra “soltanto quando qualcosa va male”, ecco che arriva l’esplosione di beat coinvolgenti e ritornelli tormentoni che spesso fanno da contraltare a tematiche nostalgiche di amori finiti (Ciao e La musica non c’è) o di amori che continuano fin dalla nascita, come la bellissima E yo mamma. Una citazione a parte va per la traccia che dà il nome al disco, Faccio un casino, una di quelle canzoni che una volta ascoltate non potrete più fare a meno di riascoltare almeno tre volte di seguito e da cui sarà difficile allontanarsi.
A dispetto del titolo, con questo suo quarto disco Coez ha fatto un ottimo lavoro, mantenendo il suo inconfondibile stile a metà tra rap e pop e soprattutto alzando la sua personale asticella di qualità producendo e creando un ottimo disco. Da ascoltare con moderazione perché a rischio dipendenza.
Le 12 canzoni di Faccio un casino si alternano tutte tra pop e rap con l’ironia che sempre contraddistingue Coez, accompagnato in questo viaggio da Niccolò Contessa (I cani) e Sine, produttori insieme a lui del disco e con ospiti d’eccellenza come Gemello, che compare in Taciturnal; Gemitaiz che lo accompagna in Occhiali scuri; Lucci in Un sorso d’ipa.
Dopo una breve intro, Still fenomeno, in cui Coez ci introduce nel suo mondo avvisandoci che registra “soltanto quando qualcosa va male”, ecco che arriva l’esplosione di beat coinvolgenti e ritornelli tormentoni che spesso fanno da contraltare a tematiche nostalgiche di amori finiti (Ciao e La musica non c’è) o di amori che continuano fin dalla nascita, come la bellissima E yo mamma. Una citazione a parte va per la traccia che dà il nome al disco, Faccio un casino, una di quelle canzoni che una volta ascoltate non potrete più fare a meno di riascoltare almeno tre volte di seguito e da cui sarà difficile allontanarsi.
A dispetto del titolo, con questo suo quarto disco Coez ha fatto un ottimo lavoro, mantenendo il suo inconfondibile stile a metà tra rap e pop e soprattutto alzando la sua personale asticella di qualità producendo e creando un ottimo disco. Da ascoltare con moderazione perché a rischio dipendenza.
