Club Voltaire The Escape Theory
2014 - Lafleur
#Club Voltaire#Emergenti#Alternative #Indie-rock #Brit-Rock #Pop
Questo confine viene varcato più volte dalla band, che passa con disinvoltura da una parte all'altra. E non fa mistero di tutte le loro influenze, visto che ascoltando l'album si possono rintracciare con facilità alcuni indizi che fanno intuire il loro background.
Spruzzate di un classico alternative anni '90 (Weller e Midnight Chance ) si mescolano a reminiscenze di brit-pop (Friday 3 AM ) e a suoni più marcatamente pop, con cori nei ritornelli e riff ammiccanti (Kingdom Fall, There Is No Sound). E se Don't sembra uscita direttamente da un disco dei The Jet o degli Strokes, un paio di brani ( Pieces Of Beach, Rendez-Vous) vanno a sfiorare quasi il jazz, suoni dovuti anche all'utilizzo di strumenti come il clarino e la tromba molto più consoni a un certo sound rispetto al più classico rock. Anche il fatto che tutti e quattro i componenti del gruppo siano impegnati nelle cantato permette di creare delle linee melodiche che si adattano al meglio allo stile vocale che viene impiegato in quel singolo episodio.
Mettere così tanta carne al fuoco spesso si è rivelata una trappola per altre band, incapaci di creare una coesione valida tra i vari brani. In questo caso invece eccellono i Club Voltaire con ogni brano, che può tranquillamente vivere di vita propria, ma le canzoni, unite, prendono ancora più forza, creando un complesso sonoro di altissimo livello. E tutta questa versatilità non può che far bene a una band che si presenta per la prima volta a un lavoro sulla lunga distanza.
The Escape Theory si può catalogare come un più che buon debutto, con molte possibilità aperte per il futuro, visto che la band dimostra di saperci fare in vari ambiti. Ora sta a loro decidere da che parte andare, ma sicuri del fatto che qualsiasi sarà la strada scelta, sarà quella giusta.