Claudia Pisani Ho incontrato Merope
2016 - OrangeHomeRecords
Claudia Pisani ha atteso ventinove anni per affidare alla musica il proprio amore, ma ci ha regalato un disco che colpisce al cuore. Ho incontrato Merope è infatti il titolo dell'album, edito da OrangeHome Records, che ha in Raffaele Abbate il nume tutelare e il produttore di gran classe: dieci tracce contemporaneamente minimaliste e curatissime, impreziosite da collaborazioni eccellenti (Stefano Barotti alla chitarra, Lorenzo Capello alla batteria, Antonio Gallucci al sassofono, Raffaele Kohler al flicorno, Pietro Martinelli al contrabbasso) e guidate da una scrittura già matura.
Le origini liguri della cantautrice emergono sottotraccia nelle sue composizioni, e viene ricreata quell'atmosfera sospesa fra terra, mare e cielo, che tanto ha dato alla musica d'autore non solo italiana. La matrice della chanson francese emerge qua e là, e non solo nell'uso della lingua, come in Le son d’un rêveur, dall'arpeggio che si intreccia con una voce sottile e sensuale, alla Jane Birkin, e si conclude con un ritmo ipnotico da Bolero, ma anche nell'uso della musica e dei suoni al servizio della parola cantata, come in Elisir notturno, malinconico e sognante idillio.
I suoni, dicevamo: Abbate svolge in questo caso un ruolo fondamentale, arricchendo il tessuto musicale senza mai appesantirlo, anzi, facendo dell'evocazione la cifra del lavoro; ne sia un esempio il brano in inglese White Night, in cui la Pisani raddoppia la propria voce e vi innesta un solo ukulele, per un risultato in cui davvero less is more.
Se il viaggio fra le stelle proposto qui ha coordinate molto varie (dall'Islanda di Björk agli Stati Uniti di Beck fino allo spazio immaginario evocato, fra Canada e Messico, dalla compianta Lhasa de Sela, a cui la Pisani rende omaggio con un'intensa cover de La Frontera), anche perché le canzoni sono frutto di una composizione dilatata negli anni, l'ascolto di Ho incontrato Merope non disorienta, anzi: la cifra costante è la poesia, che, come è noto, quando è autentica non ha appartenenze, ma è di chiunque la sappia cogliere.
E Merope ha una voce, che, sorretta dal piano solo, recita Attimi: una poesia profonda e suggestiva, che invita a cercare, anche noi, il nostro attimo che abbiamo protetto dal caos degli eventi. Un attimo che ci ridona fiato è anche l'ascolto di questo disco. Consigliato.