Claudia Crabuzza I Claudio Gabriel Sanna Un Home del País
2013 - Autoprodotto
#Claudia Crabuzza I Claudio Gabriel Sanna#World#Folk #Etnica
Un home del pais, cancons i records de Pino Piras è il loro omaggio all’opera musicale e teatrale del cantautore e commediografo algherese Pino Piras ( 1941-1989).
Questo disco è il risultato di un lavoro durato parecchi anni, grazie anche alla collaborazione degli eredi di Piras , per il recupero dell’opera, i materiali sonori e manoscritti inediti che hanno portato alla realizzazione di un archivio digitale, 2 libri, un premio musicale, un grande concerto in una piazza a lui dedicata e appunto questo interessante lavoro .
Piras è stato interprete dello spirito della sua città negli anni ’70 e ’80, cantava la gente umile dei quartieri popolari, dei vicoli, mescolando denuncia e lotta, dolcezza e amarezza, gioia e tristezza, melanconia e nostalgia e lo faceva scrivendo e cantando nel dialetto catalano di Alghero , città forse più vicino a Barcellona che non a Roma .
I due artisti si alternano nel canto e a volte duettano in un lavoro che alterna musica popolare, cantastorie, folk, world e forti sapori latini e mediterranei, il tutto nel dolce dialetto locale catalano.
La splendida iniziale La Ginqueta, che è il ciottolo di cui è pavimentato il centro storico algherese, rappresenta il senso della storia che passa, ha stornelli pungenti, tra nostalgia ed invettive “…diventiamo un paese catalano tanto Roma è lontana, Barcellona la madre sarà …”, la seconda traccia è la struggente La vida nostra “…diventa polvere il povero e il ricco …”, mentre Qui trista que es la tarda è un nostalgico atto d’amore per Alghero ed esprime tutta la melanconia della lontananza .
Ci sono momenti di puro folk, ironici e dissacranti come in Lo pare espiritual e in La falsa iglesia in cui si riscontrano anche echi del grande Faber, e temi più personali come in Una especie de companyo con forti profumi brasiliani.
La lunga Passa Jesucrist, atto di sofferenza e dolore, è forse il brano migliore dell’album, Sant Miquel humanitzat, acustica, dolce e delicata, sembra essere uscita da uno dei primi dischi di Faber; La creaciò, solare e mediterranea, è una ironica interpretazione della Creazione, Mirau que sem anant mirant “ …la tribù dei poveretti sta sempre sopportando …”: è una quanto mai attuale invettiva contro lo stato delle cose ed esortazione ad agire.
Un disco di autentica vena e cultura popolare, ricco di umanità e di radici, gradevole, con ottimi arrangiamenti e ben suonato da validi musicisti.
Non è un lavoro per tutti, ma ancora una volta ci permette di scoprire un gioiello musicale locale popolare come ce ne sono parecchi sparsi per l’Italia (penso ad esempio al grande cantautore friulano Lino Straulino, sconosciuto ai più ma autore di splendidi dischi) che meritano di essere conosciuti da un più vasto pubblico.
Ringraziamo i due musicisti per aver ravvivato, interpretato e proposto in maniera convincente il lavoro di Pino Piras, per aver valorizzato un grande patrimonio della cultura popolare e di una minoranza linguistica.