Big Moon Ritual<small></small>
Americana • Southern

Chris Robinson Big Moon Ritual

2012 - Silver Arrow Records

02/08/2012 di Gianmario Ferrario

#Chris Robinson#Americana#Southern

Immaginate di finire in un film d' animazione di controcultura, di quelli realizzati negli anni settanta. Immaginate di poter volare all'interno di una bolla di sapone e di essere alla ricerca di un posto magico dove incontrare lo spirito di una certa America. Ed ecco il luogo apparire a sprazzi di luce, prima tra nuvole argentate e poi, piano piano, atterrando su cespugli di seta. I colori sono ben saturi, le porte della percezione spalancate, ci addentriamo in questa specie di mondo dei sogni, di paradiso hippie senza vestiti e oggetti. Nuvole di fumo si alzano al cielo e la visione è mitologica,  sirene escono dalle acque e assieme agli uomini intonano gospel. Poi si uniscono, e il loro atto d' amore espande un'energia totale, è nelle menti, è nei corpi e per un' oretta circa nulla ha più bisogno di essere ragionato o capito. 

Big Moon Ritual e' un trip ad alto effetto celebrale. Se sai di cosa sto parlando, abbassi la puntina e finisci catapultato indietro nel tempo e tutto danza in armonia secondo la filosofia peace and love ormai dai più dimenticata o misconosciuta. 

Difficile da approcciare per i non frichettoni, ma un capolavoro assoluto per chi legge Grateful Dead e Allman Brothers come se pregasse la Bibbia o un qualsiasi altro testamento sacro. Le voci di questi neo-hippie hanno ancora evidentemente tanto da dire (pare sia già in produzione la seconda parte dell'opera ed uscirà a fine settembre) e hanno una padronanza assoluta del loro verbo. E non è solo la West Coast del '69 a risorgere in questa straordinaria registrazione: Rosalee , che parte carica di groove sudista, dà un richiamo anche alla cinematografia (viene in mente Jesus Christ Superstar) per poi rialzare le mani al cielo, with the power of white soul, come solo Chris sa fare. 

Per non parlare di quanta intelligenza è stata usata nell'utilizzo del Moog, altra sonorità che stava finendo chiusa in un cassetto. E di come il grande Neal Casal riesca a inserire i Pink Floyd migliori nei suoi momenti più lucidi (meravigliosa incursione chitarristica durante One Hundred Days Of Rain) .

Sette brani della durata di almeno sette, otto minuti. Un concept album ricco di spunti raffinati e suonati con l'anima. È ancora possibile fare dei dischi del genere ed è bellissimo. Nonostante che l'ultima pubblicazione dei Black Crowes aveva già dimostrato uno spirito eccezionale, con questo album Mr. Robinson è riuscito a superarsi. Merito della Marijuana, merito di litri di whisky  di  alta qualità, sta di fatto che abbassando i distorsori, rimettendo i dischi degli Stones nella custodia per rispolverare la California Acid Folk, tra le mani abbiamo un gioiello prezioso del genere. 

Riaprire Kerouac, c’è da far le valigie alla svelta e seguire tutte le tappe del tour. 

Track List

  • Tulsa Yesterday
  • Rosalee
  • Star or Stone
  • Tomorrow Blues
  • Reflections on a Broken Mirror
  • Beware, oh Take Care
  • One Hundred Days of Rain