Chris Bergson Band Bitter Midnight
2017 - Continental Blue Heaven / IRD
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L'esterno urbano notturno che lo circonda nella foto di copertina, in un sempre affascinante bianco e nero, dice già molto della ricercatezza del personaggio, un raffinato newyorkese di Manhattan. Si direbbe una cover da disco jazz, e certo qualcosa è rimasto nelle stile (e nelle corde) di Chris Bergson della sua esperienza da sideman alla spalle di cantanti jazz e jazz-pop come Norah Jones. Chitarrista, cantante, compositore, bandleader, quando decide di mettersi in proprio, nel 1997, Chris sceglie il blues, ma gli resta la grande apertura mentale e l'attitudine alla ricerca tipica di chi si è immerso nel grande fiume dell'improvvisazione. Dalla triade di lavori per la 2 Shirts Records – la sua etichetta discografica – spicca Fall Changes (2007), che la rivista Mojo incorona come miglior disco blues di quell'anno. Registrato a Woodstock, nello studio e sotto l'ala protettiva del grande Levon Helm, viaggia come una “soulbluesmobile” (Mojo dixit) pompata di fiati e sudore, e ospita una mirabolante cover dell'hendrixiana Are You Experienced? (assolutamente da recuperare!). Ovviamente la frequentazione prolungata con Helm non può non incidere sulle scelte compositive di Bergson, che così aggiunge anche un elemento di Americana al suo ricco bagaglio.
Dopo Imitate The Sun (2011), anche Bitter Midnight rimette in fila con personalità questa variegata sequenza di esperienze, confermando tutta l'attenzione che Bergson si merita. Una calda ventata di soul e blues, al cui incrocio si muovono autorevolmente la sua voce e il suo stile chitarristico, maturato certamente nel solco jazzistico (si ascolti Wait For Spring, 2000) ma qui improntato soprattutto sullo stile di B.B. King per il fraseggio a grappoli di note, l'uso delle pause e le tonalità acute. Bastano gli assoli su 5:20 e Bitter Midnight per farsene un'idea. Ad accompagnare Bergson si alternano nove musicisti, molti dei quali vantano frequentazioni e provenienze illustri, come Andy Hess al basso (Gov't Mule), Aaron Comess alla batteria (Spin Doctors), Jay Collins al sax baritono (Greg Allman) e Steven Bernstein alla tromba (Levon Helm). Un discorso a parte merita Ellis Hooks, portentoso soul singer dell'Alabama con sei dischi all'attivo e qui co-autore di tre brani che rappresentano una sorta di “disco nel disco”. Spicca, in particolare, la title-track, che chiude il cd con un duetto vocale di notevole suggestione, avvolto da caldissimi fiati un po' New Orleans.
Bitter Midinight rivela un'ispirazione e un approccio più aperto rispetto a una canonica produzione da rock-blues chitarristico. Lo si avverte fin dall'incipit, dal loop funky che scuote Pedal Tones e invita a muoversi, e poi dall'iniezione di energia dei fiati in un paio di brani, dai timbri delle tastiere (Craig Dreyer), che vanno oltre il semplice accompagnamento e segnano tutta la produzione del disco, e soprattutto dalla scrittura, che scava in terreni più roots. Sono le ballate a testimoniare questa molteplicità di influenze: alla rilassata Just Before Storm fa da contraltare la più incisiva e strutturata Another Day, intrisa di umori sudisti che traboccano nel bellissimo assolo all'organo, quasi jazzistico, di Craig Dreyer; di taglio cantautorale è invece Lullaby, condotta dal piano e costruita intorno a un etereo riff che ricorda un po' Santana, anche se poi il pezzo si muove verso tutt'altri lidi. Certo il blues non manca, sempre corretto e “alleggerito” dall'intepretazione soul di Bergson. L'acida Explode Or Contain, che nel testo affronta la difficile arte quotidiana di controllare una tensione sempre sull'orlo di spezzarsi, si bea di una rumorosissima slide sostenuta dal gioco dei piatti della batteria (Tony Mason): il finale è piacevolmente devastante e rumoroso, ma il cantato delle strofe suona dolce e riflessivo. Blues For Dave, suonato in una prova e registrato quasi per caso, cede invece alla tentazione del canonico blues elettrico dei Padri; il chitarrista cita tra i suoi ispiratori Son House, Skip James, Mississippi Fred McDowell, ed è di nuovo una festa di sfregolante slide.