Chiquita Magic CURSI
2023 - Chiquita Magic
#Chiquita Magic#Elettronica#Elettropop #latin pop #electropop #urban
Peccato che siamo spesso a chiederci della scarsa risonanza riservata al talento vero, quello che affiora in superficie, ma che ha molto più da raccontare nella plancia delle sue concavità. Fra i tanti, è il caso di Chiquita Magic aka isis Giraldo, dj e producer latinx originaria di Bogotà, attualmente di stanza a Toronto, che con Cursi riallaccia il filo dei cinque precedenti lavori a un plot edificato sostanzialmente su un uso nodale di synth e drum machine.
Altra costante è il minutaggio contenuto, qui in formato di EP, a confermarsi ancora appannaggio di un lemma stilistico assai a suo agio in un ventaglio temporale poco ampio.
Appena un anno fa Chiquita Magic pubblicava il suo eminente gioiello, quel Mexico Sexi Time brulicante di senso mistico, magia ed esoterismo, inondato dall’usitato traffico di organetti, clapping e dondolii latineggianti, e che svettava anche grazie al contributo funambolico e pirotecnico di Louis Cole e all’inventiva dilagante di Genevieve Artadi (peraltro fedeli colleghi, con cui la Giraldo condivide pure buona parte dell’attività di palco).
Se nella fatica precedente si perorava una causa più oscura, deviata e danzereccia, qui i toni si stratificano su un sensuale foliage ancor più a tinte latin e urban (Palm Tree, Suelta Tu Ego), e ad aneliti melodici che disegnano arcobaleni dal velato tepore soul (Back & Forth).
A ricordare il tipico composito di Mexico Sexi Time sono perlopiù gli spasmi di drum machine old school (sull’onda di Phoneline, vecchia partnership tra Funkineven e Fatima) e le frenetiche modificazioni agogiche travolte dalle risacche di synth microtonali, in un imperdibile ottovolante di accelerazioni e transizioni vocali e melodiche (nient’affatto scollegate dalle bizzarrie convulsive di certi Fiery Furnaces).
Di tutto questo sono massima espressione la traccia di apertura (forse il pezzo più rappresentativo degli stilemi artistici di Chiquita Magic), No Despertar (che viaggia alle marce alte dei gorgheggi compulsivi del bassista MonoNeon) e la laconica chiusura di Dame Lo q Necesitas (mozzata “fatalmente” sul finire).
Raggio d’azione che svaria ulteriormente in Toda Una Vida (fra le escursioni free della tromba di Ambrose Akinmusire) e nell’ovattato box armonico di Just Do What You Need To Do, filastrocca in un mondo di balocchi, incantesimo con cui la Nostra forgia ancora il suo gran talento, nell’attesa appassionata di un’altra favola tutta da scrivere.
Altra costante è il minutaggio contenuto, qui in formato di EP, a confermarsi ancora appannaggio di un lemma stilistico assai a suo agio in un ventaglio temporale poco ampio.
Appena un anno fa Chiquita Magic pubblicava il suo eminente gioiello, quel Mexico Sexi Time brulicante di senso mistico, magia ed esoterismo, inondato dall’usitato traffico di organetti, clapping e dondolii latineggianti, e che svettava anche grazie al contributo funambolico e pirotecnico di Louis Cole e all’inventiva dilagante di Genevieve Artadi (peraltro fedeli colleghi, con cui la Giraldo condivide pure buona parte dell’attività di palco).
Se nella fatica precedente si perorava una causa più oscura, deviata e danzereccia, qui i toni si stratificano su un sensuale foliage ancor più a tinte latin e urban (Palm Tree, Suelta Tu Ego), e ad aneliti melodici che disegnano arcobaleni dal velato tepore soul (Back & Forth).
A ricordare il tipico composito di Mexico Sexi Time sono perlopiù gli spasmi di drum machine old school (sull’onda di Phoneline, vecchia partnership tra Funkineven e Fatima) e le frenetiche modificazioni agogiche travolte dalle risacche di synth microtonali, in un imperdibile ottovolante di accelerazioni e transizioni vocali e melodiche (nient’affatto scollegate dalle bizzarrie convulsive di certi Fiery Furnaces).
Di tutto questo sono massima espressione la traccia di apertura (forse il pezzo più rappresentativo degli stilemi artistici di Chiquita Magic), No Despertar (che viaggia alle marce alte dei gorgheggi compulsivi del bassista MonoNeon) e la laconica chiusura di Dame Lo q Necesitas (mozzata “fatalmente” sul finire).
Raggio d’azione che svaria ulteriormente in Toda Una Vida (fra le escursioni free della tromba di Ambrose Akinmusire) e nell’ovattato box armonico di Just Do What You Need To Do, filastrocca in un mondo di balocchi, incantesimo con cui la Nostra forgia ancora il suo gran talento, nell’attesa appassionata di un’altra favola tutta da scrivere.
