Chiara Raggi Giovanna Famulari In punta di corde - Live alla RSI
2023 - Musica di Seta/RSI
Avvertenza: questo non è il solito disco a progetto, studiato a tavolino, in modo artificiale, per essere portato in tour. Questo è un vero e proprio omaggio di due grandi artiste alla canzone d'autrice, che si svincola dai facili clichés destinati alla "musica in rosa", alla "tematica al femminile", e luoghi comuni vari.
In punta di corde, il nuovo album di Chiara Raggi, voce e chitarre, e Giovanna Famulari, violoncello e voce, nasce prima come programma radiofonico, e in un secondo momento come disco: è infatti un album registrato live alla RSI - Radio Televisione Svizzera Italiana durante il programma radiofonico "Musica di Seta, viaggio in punta di corde nella musica d'autrice", in onda ogni settimana da settembre 2023 su Rete 2, scritto e condotto dall'ideatrice dell'etichetta Musica di seta, Raggi, con la partecipazione di Famulari.
Raggi e Famulari hanno rivisitato in ogni puntata, armate delle proprie corde vocali, e di quelle di chitarre classiche, acustiche, elettriche e del violoncello, alcune fra le canzoni a loro parere più rappresentative della cantautorato femminile, da Nada a Cristina Donà, da Giuni Russo a La Rappresentante di Lista, in un percorso che travalica il tempo, per evocare nell'ascoltatore una serie sempre diversa di emozioni.
La reinterpretazione è diventata quindi solo in seguito un album, prodotto da RSI e Musica di Seta, e un tour, partito da Lugano, e che vede le due musiciste e amiche proporre le tracce presenti nel disco, unite ad altre suggestioni; non solo, dunque, belle canzoni ben cantate e ben suonate, ma estrema attenzione ai loro testi, che, in alcuni casi, erano stati quasi soffocati da arrangiamenti pop e ridondanti.
Ne è un esempio efficace la drammatica, antica, ma sempre attuale Splendido Splendente, a cui il violoncello di Famulari dona un'atmosfera tesa, incentrata sull'ansia fra apparire e essere; oppure l'iconica Alghero, dell'indimenticabile Giuni Russo, nella quale il clima esotico, sottolineato da un uso percussivo degli strumenti, è un'efficace cornice per una rivendicazione di indipendenza e autonomia sessuale ("che scandalo di sola ad Alghero con uno straniero, mia madre non lo deve sapere").
Passione, dolcezza, abbandono, energia: c'è un po' di tutto, fra i solchi del disco: Mariella Nava firma le parole di Come mi vuoi, inizialmente volta al maschile per la voce di Eduardo de Crescenzo (Sanremo 1989), ma che ora - finalmente - recupera lo slancio originario, in un'interpretazione da brividi di Raggi. Oppure Grazia Di Michele disegna un ritratto perfetto della sensibilità femminile in Come la musica, esaltato dal connubio fra voce, chitarra e violoncello, mentre la recentissima Ciao Ciao cessa di essere un tormentone sanremese, per recuperare tutta la sua energia distopica, impressa da Veronica Lucchesi nel testo, e ora restituita nella nudità delle due voci femminili che si intersecano e sembrano non concludere il brano, o farlo in modo inquietante.
Un disco da assaporare con calma, per perdersi - e ritrovarsi - nella bellezza essenziale creata da due grandi artiste.