Non avevo notizie di Cheikh Lô da molto tempo. Gli esordi erano stati interessanti, nella seconda metà degli anni ’90, sotto l’ala protettiva di Youssou N’Dour e ricordo un divertente e coinvolgente concerto proprio in quegli anni.
Ma il musicista che abbiamo davanti ora è un musicista profondamente diverso! Maturo e pronto a raccogliere i frutti di questa maturità. Non ho paura a definire imperdibile questo disco a tutti gli amanti di musica, storia e cultura africana e non solo. Un viaggio continuo nel continente africano senza dimenticare quasi nessuna delle ´parentele´ musicali che derivano o provengono dal grande continente.
La spiritualità di Cheikh Lô, seguace di una setta Sufi, è richiamata sin dalle prime note di copertina. I seguaci di Baye Fall, questo il nome della corrente Sufi dell’Africa Occidentale a cui si rifà l’autore, vestono abiti multicolori, chiamati Njaxas, e questo disco è, nelle intenzioni, esattamente come questi Njaxas: pieno di colori diversi che ritrovano, nella loro vicinanza, l’armonia. L’intenzione è alta ma assolutamente raggiunta! Girando per gli angoli del continente africano, in questi ultimi anni, Cheikh Lô ha raccolto gli ingredienti più vari e li ha poi mischiati in canzoni sempre diverse nelle combinazioni dei sapori.
L’iniziale ´Conia´, cantata nel dialetto Jula proprio della zona del Burkina Faso in cui è nato e cresciuto, parla dei Marabutti (leader religiosi islamici) che non fanno il bene del popolo ma i propri personali. La seguente ´Jamm´, che da il titolo all’album, si traduce Pace in Wolof, la principale lingua del Senegal, e ha le sue origini musicali nella musica Songhai del nord del Mali, vede l’intervento del sax di Pee Wee Ellis, presente anche in altre tracce. E poi la ripresa di un brano del 1971 della Bembeya Jazz National della Guinea (´Il N´est Jamai Trop Tard´) cantando nelle lingue Mandiga, Congolese e Francese un inno a non lasciare la propria terra per degli illusori Eldorado raggiunti magari a bordo di fragili piroghe. ´Warico´ ha origine in Burkina Faso alla fine degli anni ’70 e parla dell’uguaglianza degli uomini riguardo al sogno di libertà e diritto alla salute. Uguaglianza e diritto troppo spesso illusori in gran parte dell’Africa.
E poi la commuovente ´Sankara´ dedicata al presidente del Burkina Faso Thomas Sankara ucciso da altri parlamentari nel 1987 ma soprattutto amico di famiglia e quasi come un figlio per il padre di Cheikh Lô, eseguita con chitarra acustica, basso e una sezione fiati sommessa a ricordare un corteo funebre.
E poi Cuba, Costa D’avorio, Inghilterra, Usa… ma sono già oltre lo spazio a disposizione e sono solo a metà disco. Al di la del valore musicale, ripeto altissimo, questo Jamm di Cheikh Lô è importante da avere come bigino di storia e musica africana. Le informazioni che vi ho dato sono solo una piccolissima parte delle note del disco! Un vero oggetto culturale da avere comprandolo nella sua incredibile, affascinante e vasta interezza!