CATTANEO, Howie B L`albero acerbo
2024 - Freecom
Rispetto al precedente The Faun (in cui apparivano collaborazioni, fra gli altri, con Douglas Dare e Francesco Bianconi), il presente lavoro confeziona una più concisa forma di elettronica ad espressione algida e siderale, lasciando intonso quel gusto per l’intrepido. Aspirazione presto chiara con Fox Without Simmons, il dipanarsi di frenetiche pulsioni via via in distensione sulla tela di analogiche e ordinate simmetrie tanto care al Signalstation di Autopilot (e incappando con favore in sottigliezze cervellotiche riecheggianti Gold Panda e Brainwaltzera).
Di miasmi analogici l’EP ha grande appetito, e in quelli si crogiola, profondendo ingordamente il verbo irresistibile di moog e sequential synths, anche quando a sfilare in quei circuiti la tensione è un po’ più blanda e controllata (Grain Celeste).
A CATTANEO, non è una sorpresa, riesce facile l’interazione fra quel mondo analog e il digitale, tanto da elargire a profusione una chimica elegante svincolata da dogmi ridondanti e prescindibili. A dimostrarlo ancora è Minimal n°1, in cui la tecnica di consumato electronic performer tende a far affiorare, oltre il cedevole strato di pads, un cadenzato arpeggio di beat languidi (intrisi di certa ossessione percussiva à la Arandel e rivelati con la stessa raffinatezza del Takamasa di Indigo Rose), che, di lì a poco, si presteranno a un’osmosi col piano docile e ovattato.
Chiudono il cerchio S.O.E. e The Trinity: di fisionomie armoniche più raccolte e morigerate il primo (preso a smaltare una sobria estetica fra Lawrence e Heurta), velato di una foggia più composita il secondo, nel vuoto obliquo di scompensi fra synth dissonanti in distorto decadimento. E non poteva essere altrimenti, per un lavoro sagacemente eterogeneo, una risoluzione in coda così aperta a mille e più interpretazioni.