Cash Box Kings Holding Court
2015 - Blind Pig Records / IRD
#Cash Box Kings#Jazz Blues Black#Blues #Blues #Joel Paterson #Joe Nosek #Oascar Wilson #Barrelhouse Chuck
Con Holding Court i Cash Box kings sono arrivati al settimo disco, il terzo per la Blind Pig Records, lasciandosi alle spalle gli ottimi Holler & Stomp (2011) e Black Toppin' (2013).
Joe Nosek e Oscar Wilson, oramai veterani e compagni ideali di un percorso proveniente dal passato più remoto della musica americana, si muovono con maestria nei giorni nostri collegando il prewar blues del Delta con il r&b di New Orleans, il Chicago blues, il rock and roll e il blues elettrico moderno, un vero mix esplosivo per questa intrigante band di Chicago a cui sembra non mancare proprio nulla. La produzione curata dallo stesso Nosek, fantastico armonicista e discreto cantante, e dal notevole chitarrista elettrico Joel Paterson, sembra rispettare i suoni della tradizione blues ma in realtà è vestita di dinamica modernità, bivalente e attraente al tempo stesso.
I cinque pezzi che si susseguono fin dalla vibrante cover di apertura di I Ain't Gonna Be No Monkey Man si rivelano, per qualità, i brani portanti dell'album. Difficile non rimanere catturati dalla spiritata versione (con Wilson al canto) di Hobo Blues (John Lee Hooker) o dalla denuncia del download illegale e delle difficoltà che ne conseguono descritti nel Chicago sound con armonica in evidenza di Download Blues; Wilson e Nosek sono autori e ancora protagonisti assoluti nella trainante Gotta Move Out to the Suburbs, con rimandi a Willie Dixon, dove emergono le difficoltà della metropoli e la fuga nostalgica verso la quiete delle praterie. Il canto “leggero”di Nosek alimenta ben cinque brani, ma se dovessimo sceglierne uno Cash Box Boogie ne rappresenterebbe forse l'episodio più scintillante, con coretti di supporto e Paterson ad illuminare con pungenti assoli di chitarra. Ma è tutta la band che gira ottimamente, una vera blues band sotto ogni aspetto con in mente i grandi classici, in primis Muddy Waters e Little Walter ma ci possono stare anche Hooker o Wolf.
Anche il resto è degno di nota: Juju percorre ritmiche latine con il mirabile contributo jazzato al piano di Barrelhouse Chuck, Nosek spruzza un po' di Rockabilly su Baby Without You mentre Out On The Road è il classico (Jimmy Rogers) che Wilson cerca di riportare nella dimensione originaria, e ci riesce decisamente. Il delicato rock and roll di I Miss You Miss Anne si stacca decisamente dal resto ma risulta piacevolissimo. Il pezzo conclusivo, Quarter To Blue, un notevolissimo strumentale che deve tanto al blues viscerale quanto alla psichedelia americana, vede ancora protagonista l'armonica di Nosek, capace di dipingere fulgide astrazioni sonore di sorprendente intensità.
Holding Court, ovvero l'ennesimo brillante risultato di questa navigata band di blues elettrico benedetta (con lode) anche da Charlie Musselwhite che ne evidenzia i non comuni genuini intenti, mostra una passione e una padronanza della materia blues che in pochi oggi possono vantare, qualità che comunque non dovrebbero sorprendere gli odierni appassionati di genere (ma non solo).
Come già detto, connotati moderni pur rimanendo fedeli al passato, questo è il loro segreto, unito ad una godibilità, una freschezza compositiva e strumentale di rilievo. Certo è che avere tre specialisti come Wilson al canto, Nosek all'armonica e Paterson alla chitarra è la marcia in più, il vero valore aggiunto dei Cash Box Kings.
Se le dodici battute scorrono nelle vostre vene tirate fuori qualche euro e compratevi questo disco (così valorizzando anche il significato del loro brano Download Blues), questo è blues schietto che si rinnova, che si fa ascoltare continuamente fino alla dipendenza, che non lascia incertezze. Ascoltare per credere.
Joe Nosek e Oscar Wilson, oramai veterani e compagni ideali di un percorso proveniente dal passato più remoto della musica americana, si muovono con maestria nei giorni nostri collegando il prewar blues del Delta con il r&b di New Orleans, il Chicago blues, il rock and roll e il blues elettrico moderno, un vero mix esplosivo per questa intrigante band di Chicago a cui sembra non mancare proprio nulla. La produzione curata dallo stesso Nosek, fantastico armonicista e discreto cantante, e dal notevole chitarrista elettrico Joel Paterson, sembra rispettare i suoni della tradizione blues ma in realtà è vestita di dinamica modernità, bivalente e attraente al tempo stesso.
I cinque pezzi che si susseguono fin dalla vibrante cover di apertura di I Ain't Gonna Be No Monkey Man si rivelano, per qualità, i brani portanti dell'album. Difficile non rimanere catturati dalla spiritata versione (con Wilson al canto) di Hobo Blues (John Lee Hooker) o dalla denuncia del download illegale e delle difficoltà che ne conseguono descritti nel Chicago sound con armonica in evidenza di Download Blues; Wilson e Nosek sono autori e ancora protagonisti assoluti nella trainante Gotta Move Out to the Suburbs, con rimandi a Willie Dixon, dove emergono le difficoltà della metropoli e la fuga nostalgica verso la quiete delle praterie. Il canto “leggero”di Nosek alimenta ben cinque brani, ma se dovessimo sceglierne uno Cash Box Boogie ne rappresenterebbe forse l'episodio più scintillante, con coretti di supporto e Paterson ad illuminare con pungenti assoli di chitarra. Ma è tutta la band che gira ottimamente, una vera blues band sotto ogni aspetto con in mente i grandi classici, in primis Muddy Waters e Little Walter ma ci possono stare anche Hooker o Wolf.
Anche il resto è degno di nota: Juju percorre ritmiche latine con il mirabile contributo jazzato al piano di Barrelhouse Chuck, Nosek spruzza un po' di Rockabilly su Baby Without You mentre Out On The Road è il classico (Jimmy Rogers) che Wilson cerca di riportare nella dimensione originaria, e ci riesce decisamente. Il delicato rock and roll di I Miss You Miss Anne si stacca decisamente dal resto ma risulta piacevolissimo. Il pezzo conclusivo, Quarter To Blue, un notevolissimo strumentale che deve tanto al blues viscerale quanto alla psichedelia americana, vede ancora protagonista l'armonica di Nosek, capace di dipingere fulgide astrazioni sonore di sorprendente intensità.
Holding Court, ovvero l'ennesimo brillante risultato di questa navigata band di blues elettrico benedetta (con lode) anche da Charlie Musselwhite che ne evidenzia i non comuni genuini intenti, mostra una passione e una padronanza della materia blues che in pochi oggi possono vantare, qualità che comunque non dovrebbero sorprendere gli odierni appassionati di genere (ma non solo).
Come già detto, connotati moderni pur rimanendo fedeli al passato, questo è il loro segreto, unito ad una godibilità, una freschezza compositiva e strumentale di rilievo. Certo è che avere tre specialisti come Wilson al canto, Nosek all'armonica e Paterson alla chitarra è la marcia in più, il vero valore aggiunto dei Cash Box Kings.
Se le dodici battute scorrono nelle vostre vene tirate fuori qualche euro e compratevi questo disco (così valorizzando anche il significato del loro brano Download Blues), questo è blues schietto che si rinnova, che si fa ascoltare continuamente fino alla dipendenza, che non lascia incertezze. Ascoltare per credere.
