Carmen Souza é certamente una delle voci più interessanti della nuova generazione della cosiddetta world music. Nata nel 1981 a Lisbona da famiglia di provenienza di Capo Verde si è stabilita successivamente a Londra; questo mix di nazionalità ed ambiente cosmopolita emerge in tutta la sua ricchezza in questo terzo lavoro, che segue i già molto apprezzati ´Ess ê nha Cape Verde / This is my Cape Verde" (2005) e "Verdade / Truth" (2008).
La musica è un incrocio tra latin, Capo Verde e jazz con anche qualche spunto orientale.
Il canto è una versione del tutto personale della verve di Billie Holiday, Nina Simone e Casara Evoria, dalla quale comunque il distacco appare evidente.
La voce è certamente la protagonista del disco; tra melodie inusuali, umori esotici, africanismi e scat jazz, vibrati controllati e frasi che iniziano sul tono medio, finiscono rialzandosi e riprendono sul basso si genera una sensazione di instabilità tutta particolare.
La musica è perfettamente accoppiata alla tessitura vocale, che abbraccia ed accarezza in modo organico; non si può parlare di accompagnamento in senso stretto ma più di un contrappunto costante sia ritmico che armonico.
Tra gli strumentisti spicca in modo evidente il bassista acustico Theo Pas’Cal, partner e produttore dell’iniziativa presente in tutti i brani; per il resto è un avvicendarsi di contributi tra cui si segnalano quelli del cubano Omar Sosa (piano), del francese Marc Berthoumieux (accordeon), del palestinese Adel Salameh (oud), dei portoghesi Tora Tora; questo giusto per sottolineare il carattere multinazionale dell’ispirazione.
I brani pertanto sono una carrellata di spunti legati l’uno all’altro dall’interpretazione vocale; l’esordio ´M Sta Li Ma Bo´ ha una verve quasi tangata, ´Afrika Ke´ è ritmo nero, ´Dos Eternidades´ ricorda Nina Simone con un basso da ricordare, ´Tente Midji´ è forse il passaggio più contaminato tra percussioni e fisarmonica, ´Sodade´ ricorda le radici in capo Verde e ´Song for my Father´ è un’eredità dal jazz recuperata e riarrangiata per una dedica personale al genitore; questo giusto per dare un’idea.
Disco molto personale, world music di classe.