´True originals, Caravan remains a national musical treasure and this anthology serves as a fitting tribute to their unique musical legacy´: così conclude Mark Powell, curatore preciso di un box contenente quattro cd ed uno splendido booklet con foto d’epoca e storia della band che, insieme a Soft Machine, Gong ed Hatfield and the North, definì i confini del Canterbury Sound. Tra fine ’60 e primi ’70, infatti, la città del Kent diede il nome ad una scena musicale che inventò una pozione magica a base di psichedelia, progressive rock, improvvisazione jazz e radici folk, miscelata senza paura di saltare gli steccati e di cercare, alla bisogna, la semplicità della pop song. E da qui, si generarono poi alcuni figli ancora più discoli e bastardi, tra cui Fred Frith, Lol Coxhill, Chris Cutler e Peter Blegvad…ma questa è un’altra storia. Della scena di Canterbury, ancora oggi affascinante e meritevole di attento ascolto,i Caravan rappresentano il tentativo forse più ´pulito´ per arrivare al successo pop passando da strade sofisticate e non banali sul piano armonico e melodico, seguendo la stella polare di un jazz mai ribelle e rumoroso: un viaggio interessante, quello della Carovana, ma non coronato dal risultato finale, l’ambito accesso alle charts. I quattro cd coprono il periodo 1968-1976, gli anni migliori della band, con una selezione di brani rimasterizzati da nove dischi ufficiali, più qualche demo,alcuni live e pochi inediti, sintetizzando efficacemente le varie fasi attraversate dal gruppo. Il primo disco copre gli album iniziali, ´Caravan´ del 1968 e ´ If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You´ del 1970, ed aggiunge brani da single e demo, mostrando un suono certamente ben definito e innovativo per l’epoca, che avrebbe potuto meritatamente portare la Carovana verso il successo, ma l’ascesa della band fu in quel periodo ostacolata dai problemi che portarono alla chiusura della loro etichetta. Il gruppo è in formazione tipo, con Pye Hastings a voce e chitarra, Richard Coughlan a batteria, Dave Sinclair alle tastiere ed il cugino Richard a voce e basso. Siamo nella fase più ortodossa, in cui le influenze soul di matrice Wilde Flowers (il gruppo primigenio che originò la scena Canterburyana) si sposano al sogno psichedelico, legate da ritmiche inconsuete e profondi assoli di organo. C’è davvero l’imbarazzo della scelta nel segnalare alcuni brani, ma, su tutti, prevalgono ´Magic Man´, ´A Day in the Life of Maurice Haylett´ e soprattutto ´For Richard´, lunga cavalcata sonora nei territori del rock jazz, divenuta uno dei brani emblematici del suono Caravan. Il secondo disco presenta probabilmente l’apice della band, con tre quarti di ´In the Land of Grey and Pink´ del 1971, tra cui la folkie ´Winter Wine´ ed i formidabili 22 minuti di ´Nine Feet Underground´, mini suite composta da David Sinclair fondendo tre canzoni distinte. A ciò si aggiunge la prima release finora inedita di ´The Love in Your Eye´ (1971), un paio di estratti da John Peel sessions e programmi BBC, ed il gran finale con ´The World is Yours´, ballata al sapore americano che titola l’operazione. Siamo nella fase in cui il suono si evolve, facendosi più solare e lasciando la psichedelia per puntare verso lidi più decisamente jazz rock, mentre si rafforza la scrittura ironica e la vena melodica perfettamente maneggiata dalla voce tenue e morbida di Richard Sinclair. Il terzo cd ci porta nella prima metà dei ’70, con ´Wateroo Lily´ (1972), l’ottimo unreleased ´Any Advance on the Carpet´, e vari brani da ´For Girls Who Grow Plump in the Night´ (1973), disco raffinato che registra profonde variazioni negli equilibri della band, con l’uscita di Richard Sinclair, il disimpegno del cugino Dave, e l’assunzione della leadership da parte di Pye Hastings. Il periodo registra un’importante evoluzione del suono indotta dall’entrata di Geoffrey Richardson al violino elettrico, diventato negli anni successivi un elemento centrale della band. A queste tracce si aggiungono ´A Mirror for the Day´ e ancora ´For Richard´, registrati nel 1973 con la New Symphonia Orchestra ed arrangiati da Simon Jeffes, che avrebbe successivamente dato vita alla Penguin Cafè. Quarto cd non imperdibile, con estratti da ´Cunning Stunts´ (1975), il singolo ´Stuck in a Hole´, un paio di BBC sessions e brani sparsi da ´Blind Dog at St. Dunstan’s´ (1976). Quest’ultima fase vede un ulteriore turnover nella line up dal gruppo, con la presenza di Mike Wedgwood al basso e l’alternarsi di Dave Sinclair e Jan Schelaas alle tastiere, e qualche passo stanco tra pop un po’ appesantito (´The Show of Our Lives´ e ´No Backstage Pass´) e derive dinosaure (´Here I Am´), ma i 9 minuti finali di ´All the Way´ sono ancora oggi molto emozionanti. Chiudiamo con un po’ di contabilità spicciola: 42 brani di cui 2 inediti, 1 demo, 2 single, 4 BBC session, 4 live recording, il tutto ad un prezzo intorno ai 35 euro. Niente di imperdibile, tutto sommato, ma comunque un’edizione consigliabile a chi voglia muovere i primi passi nel mondo della Carovana, e da valutare anche per chi già possegga solo qualche disco della band e desideri una fotografia generale.