Look To The East, Look To The West<small></small>
Rock Internazionale • Alternative

Camera Obscura Look To The East, Look To The West

2024 - Merge Records

17/06/2024 di Luca Di Pinto

#Camera Obscura#Rock Internazionale#Alternative #alt-pop #indie folk #twee-pop

11 anni. Tanto ci è voluto per vedere alla luce il successore di Desire Lines (4AD, 2013), ultimo disco di inediti dei Camera Obscura.
Ciò che più fa propendere per una gestazione così lunga è in larga parte dovuto all’elaborazione del lutto che ha coinvolto la band tutta, in seguito alla grave perdita della vocalist e tastierista Carey Lander nel 2015.
Concittadini dei Belle And Sebastian, curiosità, con questi ultimi i Camera Obscura condividono anche quel Biggest Bluest Hi Fi, disco d’esordio (Andmoresounds, 2001) prodotto proprio da Stuart Murdoch.

E ventitré anni dopo eccoli in grande spolvero con Look to the East, Look to the West, dalla cui copertina è sin da subito possibile tracciarne un profilo, effigiata com’è di quelle rifrazioni folk eteree che ne caratterizzano anche il frontespizio del clamoroso Shine di Clara Hill e del Delta Sweete “rivisitato” dai Mercury Rev.
Giusto da quest’ultimo, in particolare negli episodi con Rachel Goswell e Carice van Houten, è rinvenibile l’essenza agreste di bucolico fascino che Tracyanne Campbell dona all’intero lavoro, issandone un succulento baluardo con We’re Going to Make It in a Man’s World.

L’aria è altresì trasognata, e soffiano brezze di tinta pop-folk (le nenie dolcissime di Liberty Print, Only a Dream e Baby Huey) o qualche spiffero che si insinua nei pertugi di un country brioso, agile e svecchiato (The Light Nights e una Big Love marchiata a fuoco dalla pedal steel di Tim Davidson).
Di disarmante bellezza, un po’ ovunque, i limpidi bagliori vocali di Tracyanne, esaltati con parsimoniosa raffinatezza da cioccolatini pianistici (Sleepwalking, Sugar Almond) e da gioielli di mimimalismo twee-pop in piena zona Softies (Denon), senza disdegnare sorprendentemente il mordace piglio di una Rose Elinor Dougall (Pop Goes Pop).  

Come da copertina, lo sguardo a Est, o forse a Ovest, su un grandangolo anagogico. Questione di prospettiva. E ancora quel tiepido vento, stavolta in poppa alla title track che blandisce in chiusura, esplorativa e ariosa, come palme di mani a carezzare spighe di grano.

Track List

  • Liberty Print
  • We`re Going to Make It in A Man`s World
  • Big Love
  • Only a Dream
  • The Light Nights
  • Sleepwalking
  • Baby Huey (Hard Times)
  • Denon
  • Pop Goes Pop
  • Sugar Almond
  • Look to the East, Look to the West