Camera Obscura Look To The East, Look To The West
2024 - Merge Records
#Camera Obscura#Rock Internazionale#Alternative #alt-pop #indie folk #twee-pop
Ciò che più fa propendere per una gestazione così lunga è in larga parte dovuto all’elaborazione del lutto che ha coinvolto la band tutta, in seguito alla grave perdita della vocalist e tastierista Carey Lander nel 2015.
Concittadini dei Belle And Sebastian, curiosità, con questi ultimi i Camera Obscura condividono anche quel Biggest Bluest Hi Fi, disco d’esordio (Andmoresounds, 2001) prodotto proprio da Stuart Murdoch.
E ventitré anni dopo eccoli in grande spolvero con Look to the East, Look to the West, dalla cui copertina è sin da subito possibile tracciarne un profilo, effigiata com’è di quelle rifrazioni folk eteree che ne caratterizzano anche il frontespizio del clamoroso Shine di Clara Hill e del Delta Sweete “rivisitato” dai Mercury Rev.
Giusto da quest’ultimo, in particolare negli episodi con Rachel Goswell e Carice van Houten, è rinvenibile l’essenza agreste di bucolico fascino che Tracyanne Campbell dona all’intero lavoro, issandone un succulento baluardo con We’re Going to Make It in a Man’s World.
L’aria è altresì trasognata, e soffiano brezze di tinta pop-folk (le nenie dolcissime di Liberty Print, Only a Dream e Baby Huey) o qualche spiffero che si insinua nei pertugi di un country brioso, agile e svecchiato (The Light Nights e una Big Love marchiata a fuoco dalla pedal steel di Tim Davidson).
Di disarmante bellezza, un po’ ovunque, i limpidi bagliori vocali di Tracyanne, esaltati con parsimoniosa raffinatezza da cioccolatini pianistici (Sleepwalking, Sugar Almond) e da gioielli di mimimalismo twee-pop in piena zona Softies (Denon), senza disdegnare sorprendentemente il mordace piglio di una Rose Elinor Dougall (Pop Goes Pop).
Come da copertina, lo sguardo a Est, o forse a Ovest, su un grandangolo anagogico. Questione di prospettiva. E ancora quel tiepido vento, stavolta in poppa alla title track che blandisce in chiusura, esplorativa e ariosa, come palme di mani a carezzare spighe di grano.