Butterfly Hit
2023 - EMME
Bruno Marinucci (chitarre ed effetti), Marco Rovinelli (basso, effetti ed elletronica) e Pierpaolo Ranieri (batteria ed elettronica) presentano, con Hit, un trio dalla geometria non usuale. Non con solista che ascolta la parte ritmica, non power trio, non combo cameristico; qui gli impasti vertono sul recupero di ostinati, sostenuti alternativamente (o anche simultaneamente) dalla chitarra e dal basso, che trovano il gruppo compatto su idee base, abbellite da un senso melodico essenziale e mai stucchevole, rese moderne dall’uso dell’elettronica come ingrediente integrativo e non predominante.
Il risultato pende più dalla parte del rock anni ’90, tra richiami di trance e di art pop alla Radiohead, con modulazioni verso timbri meno cupi e intrecci più agili, figli della sensibilità dei musicisti che appare molto vicina anche alla musica pop di autore. Sul versante più jazz si potrebbe rimandare a richiami dell'underground alla Danilo Gallo e sodali.
I brani sono tutti originali e danno spazio in modo equivalente a tutte e tre le voci strumentali che intervengono contemporaneamente; l’effetto per l’ascoltatore è quello di composizioni inclusive, in cui l’incedere ritmico, geometrico e incisivo, si combina perfettamente con le pulsioni del basso e con le linee verticali della chitarra. Si gioca molto sulle reiterazioni in stile post rock, rispetto al quale tuttavia si offre un senso melodico più spiccato, meno astratto.
Esemplificativo è The Ghost and the Mirror, in cui tutti questi aspetti emergono, generando un perfetto equilibrio tra collettivo, minimalismo e spunti, tra i quali spicca la voce del basso (cavata potente) e l’accordalità della chitarra che non rinuncia a pennate graffianti.
Anche Petricore rappresenta bene il carattere del lavoro, offrendo un ruolo particolarmente in evidenza del basso in chiave sia di solista sia di sostegno al tema, integrato con gli arpeggi della chitarra e con un drumming molto percussivo.
Un lavoro che si può definire accogliente nella sua genetica base, che lo apre all’interesse di chi viene dal rock di fine millennio o di chi cerca un paradigma “fusion” non così codificato.