Brent Cobb And Now, Let`s Turn To Page...
2022 - Ol` Buddy Records
In quello straordinario e peculiare melting pot di culture, credenze e tradizioni che è il sud degli Stati Uniti non si può prescindere dall'elemento religioso, nella terra dove le musiche da chiesa sono la pietra angolare (la metafora biblica non è casuale...) sulla quale generazioni di artisti hanno edificato le loro pur laicissime carriere. Ed è forse questa la chiave di lettura più corretta per un disco che pesca a piene mani tra classici inni religiosi e spiritual, “canzoni che mi hanno innalzato lo spirito per tutta la vita, e la fanno ancora oggi”, spiega Brent, che però non vuole convincere nessuno: “non mi importa cosa ciascuno crede o non crede: se uno crede solo nella musica, credo che questo disco ne eleverà comunque lo spirito”. Non si tratta quindi di un lavoro guidato da un eccesso di afflato mistico, o tanto meno per specialisti del gospel, e nemmeno di un disco di maniera, un'eventualità sempre dietro l'angolo quando l'artista dichiara in apertura lo “scomparto” dove catalogare il suo lavoro. A scongiurare questi rischi contribuiscono le chitarre elettriche che sbocciano in coda a diversi brani (come When It's My Time o Softly And Tenderly, dal finale cosmico), o addirittura guidano le danze nei due episodi più energici di And Now, Let's Turn The Page. Are You Washed In The Blood si innerva dei classici ruggiti tiratissimi da sei-corde sudista. Ancor meglio fa We Shall Rise, unico pezzo originale del disco, che somiglia a una torbida relazione tra sacro e profano, sangue del sangue di uno stile che dagli Allman Brothers arriva fino ai The Black Crowes, con un glorioso accavallarsi di chitarre nel finale che fa da controcanto agli “Alleluia”.
Alla redenzione provvede un'ampia selezione di spiritual e inni sacri capaci di reggere la prova del tempo, come l'iniziale Just A Closer Walk With Thee, incisa per la prima volta nell'ottobre 1941 e poi rifatta da decine di musicisti: Cobb ne fornisce una versione intima, più adatta a una cantata intorno al fuoco che a una celebrazione domenicale. Si prosegue poi con abbondanza di tempi dispari. In When It's My Time, così come in Softly And Tenderly, è il piano a impostare le ampie cadenze del gospel, regolari e maestose come le volte di una cattedrale, mentre la precedente In The Garden si avvale del caldo abbraccio dell'organo e della voce di Cobb. In Old Rugged Cross la chitarra acustica ci accompagna sul sentiero di un lungo country mistico e crepuscolare, integrato da struggenti cori da chiesa. Old Contry Church sembra invece ricomporsi in una forma più vicina alla canzone, prima di sfociare nel brevissimo epilogo di Blessed Be The Tie That Binds, un inno eseguito da sole voci. La messa è finita. La sensazione, per la chiara scelta di genere e un po' anche per la durata limitata, è quella di una (pur piacevole) parentesi nella discografia di Cobb, una divagazione necessaria e fortemente voluta dal musicista ma non troppo significativa del suo percorso.