Bob Mould Here We Go Crazy

Robert Arthur Mould, per tutti semplicemente Bob Mould, torna con un nuovo album, il quindicesimo dall’inizio della sua lunga e tortuosa carriera solista, una ricollocazione dopo una vita spesa da alternativo prima come leader della band seminale del Minnesota Hüsker Dü e successivamente nei Sugar. Here We Go Crazy, titolo dell’opera, suggerisce che la creatività di Mould è innescata, ispirata facilmente dai problemi che sconvolgono la sua coscienza, più che dalle cose per cui è grato o rallegrano la sua anima turbolenta. L’album è meno furioso dell’ultima release Blue Hearts (2020). Questa volta Mould svolge le sue composizioni in modo introspettivo, ambiguo e malinconico.

Le undici tracce di Here We Go Crazy sono state registrate da Mould agli Electrical Audio di Chicago, studi del defunto e indimenticato padrone della scena underground Steve Albini, e la tracklist si presenta molto radiofonica, con qualche passaggio acustico impreziosito da slanci alternativi emozionanti, trascinanti.

Ritmi e riff di chitarra piuttosto familiari creano un senso di ripetizione in diversi momenti, ma sotto la superficie, scavando in profondità, l’album rivela un artista esperto, che, affinato il suo suono distintivo nel corso di quattro decenni, completa l’evoluzione con il mestiere. Il suo paesaggio lirico agrodolce, segnato da riflessioni sincere su lotte personali, offre una connessione sincera e toccante con gli ascoltatori.