Blunepal Follow The Sherpa
2014 - Wasabi Produzioni / Green Fog Records / Master Music Distribuzioni /
#Blunepal#Emergenti#Alternative #Experimental #Afrobeat #Noise
A quest'ultima categoria appartiene Follow The Sherpa, primo album del trio genovese BluNepal (Agostino Macor, Paolo Furio Marasso e Federico Branca Bonelli).
Gli Sherpa sono un gruppo etnico inizialmente insediatosi nella regione sud del Nepal e poi, alla ricerca dell'isolamento totale, faticosamente migrato verso le vette più alte della catena himalayana. Follow The Sherpa segue metaforicamente il loro viaggio in un percorso strumentale di accuratissima sperimentazione sonora. Questa scalata purificatrice prende le mosse da distorsioni e compressioni sonore portate al limite del rumore, che con il progressivo esplodere dei brani tende a placarsi e sublimarsi.
L'ossessività sintentica di un caos più post-moderno che primordiale ci conduce attraverso Rabbit e Immer Geradeaus che, fossero arrivate qualche decennio prima, Mario Bava le avrebbe di certo inserite a commento sonoro di uno dei suoi film.
Con un doppio ritorno al passato i Blunepal proseguono la salita servendoci Fed 5. Atmosfere spospese e di rhodes vestite, quasi prese di peso da quel capolavoro di Moon Safari, e a loro volta rintracciabili nel repertorio sintetico tipico dei seventees. Ci troveremmo realmente di fronte ad Amour, Imagination, Rêve se non fosse per la fittissima tela di suoni distorti che, con un vorticoso crescendo, ci fa perdere terreno riportandoci al turbinio elettrico di partenza e sbattendoci in faccia le porte del nirvana.
Fortunatamente non bisogna attendere molto. Raggiungiamo infatti l'agognata vetta con Morricone, conferma finale di un'architettura musicale di natura dichiaratamente cinematografica. Ritmo scolpito dai timpani, diluito al limite della staticità, e rhodes a gravità zero, mentre una meravigliosa narrazione melodica del synth ci guida in questi ultimi metri di scalata. Impossibile restare freddi e pazienti. A rompere l'incanto è un crescendo propulsore tanto misurato quanto potente - Ennio docet -, che trasforma la salita in una corsa spasmodica e potenzialmente inarrestabile. Facile capire quando la vetta viene finalmente raggiunta: lo scenario musicale, quanto quello visivo magistralmente evocato, sembra letteralmente aprirsi di fronte a noi. Pare di scorgere un uomo in cima alla montagna che spalanca le braccia. Taglio di montaggio e nuova dilatazione ritmica. La macchina da presa gira su se stessa offrendoci una soggettiva al ralenti del mondo sottostante, finché il suo eco ormai sordo chiude sette minuti e dieci secondi che valgono l'intero album.
Quello che i BluNepal ci offrono è un connubio stilistico dirompente: psichedelia, post jazz, elettronica e rock sono quei sentieri che convergono in questa meravigliosa salita. Difficile portare a compimento un'impresa di queste proporzioni senza un aiuto dall'alto. Più che evidenti, infatti, sono i riferimenti stilistici: AIR e Calibro35 in testa, Telefon Tel Aviv ed ELP a chiudere.
Un album d'esordio praticamente da incorniciare, se non fosse per Tomorrow Never Knows, ultima traccia e cover dei Beatles di cui avremmo tranquillamente potuto fare a meno.