Ytilaer<small></small>
Americana • Folk

Bill Callahan Ytilaer

2022 - Drag City

04/11/2022 di Pietro Cozzi

#Bill Callahan#Americana#Folk #Bill Callahan #Matt Kinsey #Sarah Anna Phillips #Emmett Kelly #Jim White #cosmic folk #Drag City

Sono pochi gli artisti capaci di aprirti la porta di un mondo davvero diverso, quello creato dalla loro sensibilità e creatività, richiudendola poi con gentilezza alle tue spalle e facendoti trascorrere un po' di tempo fuori dal tuo scricchiolante quotidiano. Bill Callahan è uno di questi. In oltre tre decenni di carriera il musicista del Maryland, che esordì sotto lo pseudonimo di Smog, ha tracciato un percorso assolutamente peculiare e personale, di cui questo Ytilaer - “reality” scritto a specchio, come uno spettro un po' inquietante - rappresenta forse lo zenit. E se gli ultimi sono stati anni di drammi e di angosce collettive, la filosofia del progetto è quella di riattivare i sensi e le emozioni a lungo rattrappite e mascherate, ripartendo dal respiro delle piccole e grandi cose della natura, dal canto degli uccelli all'eterno vagabondare dei pianeti.

Tutto il disco sembra immerso in una sorta di vaporosa “terra di nessuno” stilistica, fuori da facili appigli ai generi tradizionali, anche se ovviamente non è difficile individuare la base folk, i riferimenti ad altri generi tradizionali come il blues, le fughe psichedeliche e le vaste divagazioni in chiave prog e jazz, in linea con un approccio generale piuttosto libero. I pezzi si guadagnano forma e riconoscibilità un po' per volta, dentro un lento processo di formazione che ci sembra di ascoltare dal vivo: gli accordi acustici fanno da base, mentre sullo sfondo gli strumenti elettrici, le tastiere e i fiati disegnano arabeschi, magari con semplici riverberi. Forte di una voce baritonale di raro fascino, Callahan scolpisce ogni verso come un pezzo unico, plasmando affascinanti chiaroscuri. Le melodie avanzano con lievi assestamenti, con scostamenti minimi ma sempre emozionanti. Nulla è davvero simile a ciò che lo precede, ma nemmeno così marcatamente diverso. A sostenere il leader ci sono quattro compagni - Matt Kinsey (chitarra), Sarah Anna Phillips (piano), Emmett Kelly (basso) e Jim White (batteria) - che si muovono liberi tra divagazioni e suggestioni assortite, creando intrecci molto sofisticati e sempre costantemente in fieri. Non possono sfuggire il ruolo in parte anarchico e disarticolato della batteria, specie per un disco di taglio non dichiaratamente di improvvisazione, e l'aggiunta dei fiati, in particolare dell'inusuale clarinetto basso, che aggiunge un pizzico di torvo mistero all'intruglio. L'andamento è molto libero ma ben controllato, bilanciato dalla presa a terra della voce, sempre così colloquiale, diretta, nuda.

È difficile isolare qualche episodio di Ytilaer senza far torto al progetto complessivo, che si presenta come un'opera compatta e inscindibile, ma forse si può fare qualche eccezione. First Bird, Everyway e Coyotes rispecchiano al meglio il concept generale del disco: un folk che si fa spesso cosmico e neo-psichedelico, nutrito da abbondanti dosi di jazz, da intendersi come modo di accostarsi alla materia più che come genere in sé (che peraltro il nostro confessa di ascoltare “un sacco”). Naked Souls parte proprio con un'atmosfera rilassata da quartetto jazz, per poi esplodere all'improvviso con i fiati e le backing vocals femminili che lanciano un assolo di tromba e un tonante finale, per una progressione davvero notevole. Per inciso, i finali “in gloria” sono un'altra delle caratteristiche del disco: valga per tutti la lunga coda strumentale della contemplativa Planets, che sboccia sontuosa e free, ricca di variegata ispirazione. Potremmo poi distinguere alcuni pezzi a più spiccata prevalenza ritmica, come Bowevil e Partition, che richiamano temi e cadenze del blues, e melodie come Lily, Natural Information e Last One At The Party, più vicine a un concetto classico di ballata. Ma sono variazioni minime dello stesso ispiratissimo spartito, che merita un ascolto attento e disinteressato anche da chi magari preferisce approcci più energici e pugnaci.

 

 

 

 

 

 

 

 

Track List

  • First Bird
  • Everyway
  • Bowevil
  • Partition
  • Lily
  • Naked Souls
  • Coyotes
  • Drainface
  • Natural Information
  • The Horse
  • Planets
  • Last One at the Party