Barbara De Dominicis & Julia Kent Parallel 41
2012 - Baskaru
Parallel 41 ha il pregio di superare i generi tradizionali e narra, sfruttando la magia dell'improvvisazione, l'incontro tra due eventi-persone che arriva a dragare la superficie dura dell'immagine e del suono per avventurarsi verso un luogo comune. I luoghi, da Forte Marghera al Lanificio di Napoli, alimentano e danno rotondità al suono del violoncello di Julia Kent, la voce di Barbara De Dominicis va ad infiltrarsi rovinosamente, leggiadra, tra le crepe dei muri, ingentilisce i vicoli bastardi napoletani – qui il video di Davide Lonardi, “Faraway close”, ci è molto d'aiuto - , emerge educata e domata tra i rit(m)i di una New York commerciale e ultra-capitalistica, riscatta uno spazio – meraviglioso a dire il vero – abbandonato, il Tunnel, nei pressi di Bolzano.
Parallel 41, nei suoi costanti sconfinamenti, è l'esempio di come si dovrebbe fare arte che non è solo il giocare con una partitura, sia essa testuale o musicale, ma l'aprirsi verso tutto ciò che apparentemente non ci appartiene, che è fuori. Julia Kent e Barbara De Dominicis hanno affermato le rispettive differenze, dialogando in nome di una potenza creatrice, fregandosene dell'easy-listening. Finalmente, quindi, e con ciò mi riferisco anche al pregevole lavoro di Davide Lonardi, un'opera d'arte che è esperienza, che evita di rappresentare una categoria musicale, un genere, per viaggiare fino al limite, superandolo se necessario. Julia Kent gioca con le opposizioni, integra con armonizzazioni subito rinnegate la voce di Barbara De Dominicis che, sottile, varia di continuo, ricordando talvolta la voce devastante di Carla Bozulich.
Lavoro ipnotico, disarmante, per certi aspetti difficile ma evocativo e affollato di parole, suoni, ostacoli, spigoli, scintille incidentalmente imprigionate su scale mobili metropolitane o tra le urla impazzate di autistici venditori di pesce e noccioline. Faraway close.