Bambole Di Pezza Dirty
2023 - AAR Music
Nuova formazione e nuovo disco, ma con lo stesso sound del passato ed anche le medesime tematiche: è uscito Dirty, ritorno discografico delle Bambole Di Pezza.
La punk rock band milanese torna 19 anni dopo l’ultimo disco e con una formazione inedita: insieme alle due storiche chitarriste, Morgana Blue e Dani Piccirillo, ora ci sono Cleo (voce), Kaj (basso) e Xina (batteria).
L’album parte con un urlo generazionale contro l’omologazione della società odierna: Io non sono come te è un attacco a chi categorizza e definisce cosa sia la normalità, rivendicando l’importanza dell’autenticità. Un altro attacco alla realtà si vede in Favole (mi hai rotto il cazzo): anche qui si nota quanto la monotonia, la fantomatica normalità e l’arrampicarsi sugli specchi possano portare una persona a volersi allontanare da un’altra. Il discorso sembra trovare un proseguo in Freddy Kruger, dove però emerge una riflessione su un amore tossico, in quanto la persona sognata e desiderata è quella che riesce a ferire maggiormente la protagonista della storia.
Dall’amore tossico e da tante altre catene che ci tengono prigionieri, bisogna liberarsi, così arriva Libertà: un inno punk che invita a spezzare le catene del dolore e a cambiare sé stessi, un invito a cercare la felicità e un benessere portato dal cambiamento. Le sonorità di questo pezzo rimandano al punk d’oltremanica. L’attivismo del disco prosegue con Non sei sola, pubblicata in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e che vede la collaborazione di Jo Squillo. Nel brano sono rivendicati l’indipendenza delle donne, il desiderio di essere sé stesse e il non essere proprietà di nessun uomo; l’invito è sempre quello di denunciare violenze ed abusi, ma anche di apportare un cambiamento a livello sociale, in cui venga data la giusta importanza alla figura della donna, cercando di stroncare alle radici l’atroce fenomeno dei femminicidi.
Il disco volge alla sua conclusione con due pezzi: prima un omaggio all’icona dello spettacolo Raffaella Carrà, di cui la cover punk di Rumore celebra la memoria. E poi con Dirty Bandidas: le sonorità rimandano ancora al punk inglese, mentre il testo ricorda alcune canzoni del sottogenere riot grrrl.
Le Bambole Di Pezza sono tornate con un disco energico, attivista e sensibile alla realtà in cui si vive. Dirty è un grido contro l’omologazione, la violenza e che rivendica l’unicità della figura della donna nella società odierna. La via è tracciata, dopo 19 anni il sound e la lotta sono ancora gli stessi, perché il punk e la protesta del gruppo sono vivi più che mai e non intendono cedere alle ipocrisie della società in cui viviamo.
La punk rock band milanese torna 19 anni dopo l’ultimo disco e con una formazione inedita: insieme alle due storiche chitarriste, Morgana Blue e Dani Piccirillo, ora ci sono Cleo (voce), Kaj (basso) e Xina (batteria).
L’album parte con un urlo generazionale contro l’omologazione della società odierna: Io non sono come te è un attacco a chi categorizza e definisce cosa sia la normalità, rivendicando l’importanza dell’autenticità. Un altro attacco alla realtà si vede in Favole (mi hai rotto il cazzo): anche qui si nota quanto la monotonia, la fantomatica normalità e l’arrampicarsi sugli specchi possano portare una persona a volersi allontanare da un’altra. Il discorso sembra trovare un proseguo in Freddy Kruger, dove però emerge una riflessione su un amore tossico, in quanto la persona sognata e desiderata è quella che riesce a ferire maggiormente la protagonista della storia.
Dall’amore tossico e da tante altre catene che ci tengono prigionieri, bisogna liberarsi, così arriva Libertà: un inno punk che invita a spezzare le catene del dolore e a cambiare sé stessi, un invito a cercare la felicità e un benessere portato dal cambiamento. Le sonorità di questo pezzo rimandano al punk d’oltremanica. L’attivismo del disco prosegue con Non sei sola, pubblicata in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e che vede la collaborazione di Jo Squillo. Nel brano sono rivendicati l’indipendenza delle donne, il desiderio di essere sé stesse e il non essere proprietà di nessun uomo; l’invito è sempre quello di denunciare violenze ed abusi, ma anche di apportare un cambiamento a livello sociale, in cui venga data la giusta importanza alla figura della donna, cercando di stroncare alle radici l’atroce fenomeno dei femminicidi.
Il disco volge alla sua conclusione con due pezzi: prima un omaggio all’icona dello spettacolo Raffaella Carrà, di cui la cover punk di Rumore celebra la memoria. E poi con Dirty Bandidas: le sonorità rimandano ancora al punk inglese, mentre il testo ricorda alcune canzoni del sottogenere riot grrrl.
Le Bambole Di Pezza sono tornate con un disco energico, attivista e sensibile alla realtà in cui si vive. Dirty è un grido contro l’omologazione, la violenza e che rivendica l’unicità della figura della donna nella società odierna. La via è tracciata, dopo 19 anni il sound e la lotta sono ancora gli stessi, perché il punk e la protesta del gruppo sono vivi più che mai e non intendono cedere alle ipocrisie della società in cui viviamo.
