Baia Trio Sono
2023 - K-Brothers e EgeaMusic
I brani tradizionali subiscono una rivisitazione in chiave contemporanea, in cui la band tiene conto delle radici da cui proviene la loro musica, ma approcciandola con uno stile in cui la sperimentazione diviene ponte tra il passato e l’attualità. Il primo esempio è Mi balu pa coun ti/Balet, in cui è una delle danze più famose della Val Varaita ad aprire il disco e a essere rivisitata: infatti, preponderanti sono la chitarra e il violino, mentre nella canzone ci sono diverse variazioni di ritmo: l’inizio è più scuro e verso la fine il sound si fa più vivace.
La vivacità continua anche nelle due canzoni seguenti: Rigoulet ha forti influenze francesi, mentre in Poulcros-Poulkross (danza tradizionale occitana) tornano a spiccare la chitarra e il violino. Il disco rimane nelle danze tradizionali della Val Varaita con Countrodanso di Juzep dà Rous/Baletas: rimane la vivacità del suono, è un’interpretazione moderna di un brano composto da Juzep dà Rous, nome d’arte di Giuseppe Galliano, violinista e compositore occitano.
Arriva una composizione originale: nella dolce Passavamo sulla terra leggeri si notano con piacere l’arpeggio di chitarra e il violino pizzicato. Dopo di essa c’è un altro omaggio a Galliano, Tolo doubio di Juzep dà Rous/Balet Miquellou è una danza quasi scomparsa della Val Varaita e in cui il gruppo effettua molte variazioni melodiche, che vanno dal vivace a suoni più soavi e solenni. In La filha dau ladrer si ravviva la collaborazione con Renat Sette: viene reinterpretato un canto occitano che proviene da una raccolta a stampa della seconda metà dell’800.
Un’altra danza quasi scomparsa è Gamàoucho/Balet di Miquellou, che anticipa un’altra danza tipica delle valli occitane, Fillettes, in cui c’è una forte ibridazione con la lingua francese e in cui il sax soprano innova ulteriormente il brano. La voce di Sette ritorna in Lei penitents, in cui si sovrappone a sonorità molto ruvide, che a tratti sono oscure e a tratti riprendono la vivacità delle danze tipiche locali. Si susseguono due danze tra le più famose della tradizione occitana: Gigo vièio ha atmosfere più stantie, mentre Oh che bel piasì è una courento molto allegra e vivace.
Il disco si chiude con un valzer contemporaneo composto dal gruppo e in cui si miscelano elementi sonori innovativi: in Après la pénitence, oltre a violino e chitarra, si notano, a livello sonoro, la presenza del mandolino e del tamburo a cornice.
Sono dei Baia trio è un viaggio nei canti e nelle danze tradizionali occitane, ma non vi sono confini fisici e temporali. Perché la tradizione s’incontra con suoni contemporanei e la musica unisce i popoli della Val Varaita con tutte le altre popolazioni che formano la regione d’Occitania, riconoscendone e valorizzandone l’identità.