Bad Apple Sons My Dear No Fear
2014 - Chic Paguro
Il disco presenta, nei suoi nove episodi, atmosfere dark che spaziano dalla claustrofobia post punk/no wave alla frenesia di alcuni momenti che vanno a toccare il metal (leggi: Tool) o addirittura sprazzi di industrial.
Le ispirazioni che traspaiono dalle tracce sono differenti: oltre già citati Tool, tornano in mente i Bauhaus di "In The Flat Field", che la sezione ritmica composta da Andrea Cuccaro (al basso) e Andrea Ligia (alla batteria) riesce ad emulare alla perfezione nella composizione di ritmi primordiali ed ossessionanti, aiutati dalle melodie distorte create dalla chitarra di David Matteini.
E sono proprio le distorsioni e la sperimentazione sonora che fanno da padrone per tutto il disco: la varietà degli effetti e sonorità usati dalla coppia chitarra/basso, con l'uso sempre diverso delle percussioni e dalle incursioni alla tastiera del cantante Clemente Biancalani rendono ogni composizione differente dall'altra, impedendo il classico etichettamento del prodotto.
Ma sicuramente un aggettivo non si può togliere a questi ragazzi: dark. È un atmosfera buia, cupissima, quella che avvolge tutte le composizioni, da quelle frenetiche come Tempest Party, Black Monkeys o My Dear and Fear, a quelle soffocanti come Ascend, Stop Shakin' Rope e la traccia d'apertura Free Neural Enterprise; tutto offre un inquietante scenario da thriller che accompagna l'ascoltatore in questo viaggio attraverso le paure e le contraddizioni della vita quotidiana, che si intrecciano alla perfezione sul tappeto sonoro steso dalla band.
Un ottimo lavoro dunque, chiaro frutto di una maturità artistica invidiabile e di un buon lavoro di produzione, che permetterà ai giovani fiorentini di spiccare il volo verso palcoscenici più grandi e meritati.