Assalti Frontali Profondo rosso
2011 - Daje Forte Daje Records / Venus
I loro brani, simili ad articoli di giornale, si snodano tra tragedie realmente accadute, fatti di cronaca, la crisi che imperversa nel bel paese e oltre, storie di razzismo e di negligenza. Nella title-track Profondo rosso, gli Assalti “svegliano i morti sotto shock”; questo brano è la sintesi della loro ideologia, tra denuncia e speranza, nella parte iniziale ricorda quasi i Massimo Volume.
Ritmi martellanti, archi e sound gitani in Banditi nella sala, che narra storie mai raccontate, di ingiustizie e di uomini uccisi dai propri sogni. Track 3, la proprietà assorbente delle Spugne non è infinita, prima o poi affondano, non è forse arrivata l’ora di strizzarle?
Mamy è un rassicurante pezzo di stampo reggae. Gli zingari sono protagonisti di Sono cool questi rom, bambini che vanno a scuola senza autorizzazione alcuna, portando con sè solo un immenso sorriso. La scuola ritorna a far discutere in Cattivi maestri, educatori alla rivolta.
L’isola siciliana, vicinissima all’Africa e porta d’Europa, è scenario nel 2009 di una tragedia, il Mercantile Pinar è alla deriva, e gli Assalti Frontali scrivono per non dimenticare Lampedusa lo sa.I rapper romani concludono il disco con la storia che ha commosso l’Europa, La canzone dell’orso Bruno.
Profondo rosso è l’invito al risveglio: non viviamo in un sogno; liberiamoci del presente per fondare sulle sue rovine un nuovo futuro. Anche in questo caso gli Assalti Frontali hanno denunciato, ma confidano in un cambiamento. Lontano dalle censure hanno avuto modo di farsi ascoltare, il loro urlo è quello di un’Italia senza sogni, che si rifugia in paradisi artificiali, che di certo non regalano la felicità.