Uscito il 10 gennaio 2020, due mesi prima che un assaggio di apocalisse reale si facesse strada nel mondo, questo disco, ideato dal fondatore di
Tannen Records Riccardo Orlandi è una pietra miliare che celebra i primi dieci anni dell'etichetta.
Orlandi, appassionato di colonne sonore anni 60/70 (che ripubblica in vinile con la
Spettro) e di hip-hop tradizionale nostrano (che ripubblica con
Vinili Doppia H) ha selezionato dei tagli di colonne sonore dal tocco noir e degli stretch, ha creato loop e sovrapposizioni basate sul rap anni 90 e ha girato i risultati ottenuti ad artisti che hanno collaborato con la sua etichetta. In primis
Giovanni Succi, che è paroliere e interprete della maggior parte di questi pezzi, e che dà loro un tocco più leggero a contrastare la cupezza del sound, in un gioco di contrasti che rende interessante il tutto. Ne è un esempio il brano
Happy 1942, spiccatamente hip-hop nel ritmo, dal tema sia politico (una cronaca del ventennio fascista) sia riflessivo sulla ciclicità della storia. Un mito che non è mai finito, raccontato tramite l'osservazione di ciò che ci circonda. Partecipano poi altri grandi musicisti e ricercatori del suono. In
Mandinga e
Moka Please ad esempio si inserisce il violino di
Nicola Manzan, famoso per i suoi progetti
Bologna Violenta e
Ronin: qui il suo contributo è poetico, accompagnando un cantato caldo, suadente eppure inquieto quando racconta della solitudine dell'individuo. Nel brano
Apocalypse Lounge abbiamo al synth
Massimo Martellotta dei
Calibro 35, che entra in un modo impeccabile tra la voce di
Francesca Amati (Comaneci), rarefatta, vicina al trip-hop meno oscuro, e quella di
Succi che interviene a dare concretezza alla dinamica del cantato, a spezzare il sogno. Cito il trip-hop, perché in un pezzo come
Funky Doom abbiamo un
Dj Argento che scratcha ricordando il metodo dei primi Portishead, aggiungendo un bonus all'atmosfera jazz-noir, all'ambiente notturno e fumoso, urbano al punto da ricordare almeno a me in alcuni momenti i
Casino Royale di
CRX.
Parliamo quindi di un progetto che in sé ha un dualismo tra atmosfere liquide, diluite, femminili e atmosfere più oscure, terrestri, maschili, ma risulta totalmente unitario. Qualsiasi strumento entri ad arricchire i loop e le sovrapposizioni, che sia il piano, o il sax soprano di
Antonio Gallucci in
Funky Town o in
Two Guys o il sitar in
Let's Sleep, crea un cerchio perfetto per ogni pezzo su cui si muove tutto il resto. Il disco si conclude con un brano particolare:
I'm Going Under. Questo vede la partecipazione del collettivo di Minneapolis
Kill The Vultures ed il testo è di
Alexei Moon Casselle. L'atmosfera è ctonia, si odono voci femminili che come sirene invitano chi è sull'orlo dell'abisso a scendere. Si chiude con una domanda che chi ascolta si pone: c'è salvezza dall'apocalisse? La risposta sta nel secondo pezzo, nel non averne paura.
Giada Lottini