Antibalas Antibalas
2012 - Daptone Record
Paradossalmente a questo album, così piacevolmente caldo trascinante e ben curato, manca solo la scintilla della piccola sporcizia. Quasi che l’affidarsi alle mani sapienti degli amici della Daptone abbia, solo leggermente, appannato la straripante vitalità della formazione afrobeat di Brooklyn a favore di una coolines comunque interessante e affascinante
Ma non preoccupatevi, Antibalas è un disco veramente bello con brani scritti e organizzati in maniera splendida tra sezioni fiati che impazzano precise e una nuova sezione ritmica tirata come non mai. Il risultato è una musica “perfetta” che a volte prova a trascende la semplice idea di word music per diventare musica totale. Un esempio ne è la parte centrale di Ibéjì con il solo di organo a cui si aggiungono stratificazioni di riff fiatistici sostituiti prima dal cantato solista e quindi dai cori e dalla tromba. Il disco è gioia totale per orecchie e piedi in tutte le sei tracce: dalla iniziale Dirty Money sino alla chiusura passando per la morbida, ma irresistibile, The Rat Catcher e la potente intro di Ari Degbe . Solo, ripeto, ci voleva un po’ di “sporco” in più per terminare l’ascolto un po’ più sudati.
Ma forse per questo può bastare la finale Sàré Kon Kon che restituisce, in abbondanza, sudore e festa. Tra le loro cose migliori di sempre è una gioia risentirla più volte alla fine del Cd… e finalmente vedere le goccioline di sudore comparire sui nostri corpi felici!
Ma non preoccupatevi, Antibalas è un disco veramente bello con brani scritti e organizzati in maniera splendida tra sezioni fiati che impazzano precise e una nuova sezione ritmica tirata come non mai. Il risultato è una musica “perfetta” che a volte prova a trascende la semplice idea di word music per diventare musica totale. Un esempio ne è la parte centrale di Ibéjì con il solo di organo a cui si aggiungono stratificazioni di riff fiatistici sostituiti prima dal cantato solista e quindi dai cori e dalla tromba. Il disco è gioia totale per orecchie e piedi in tutte le sei tracce: dalla iniziale Dirty Money sino alla chiusura passando per la morbida, ma irresistibile, The Rat Catcher e la potente intro di Ari Degbe . Solo, ripeto, ci voleva un po’ di “sporco” in più per terminare l’ascolto un po’ più sudati.
Ma forse per questo può bastare la finale Sàré Kon Kon che restituisce, in abbondanza, sudore e festa. Tra le loro cose migliori di sempre è una gioia risentirla più volte alla fine del Cd… e finalmente vedere le goccioline di sudore comparire sui nostri corpi felici!
