Angelo Sicurella Orfani per desiderio
2015 - Urtovox
Orfani per desiderio è una narrazione scevra di eccessi, essenziale ed immediata nella quale Sicurella ha limato fino all’osso suoni e parole che risuonano a tratti dolorose; la condizione dell’essere orfani può essere momentanea o permanente, ma certamente straniante; non a caso ascoltando i primi due volumi della trilogia si ha la sensazione di vagare senza riferimenti in un cimitero di ricordi che hanno il sapore d’amori consumati, di frasi non dette e di tragedie silenti.
L’ipnotica titletrack che apre il vol. I risucchia dentro un vortice sinth-wave seguita da Bruciano, brano scritto nella caotica Vucciria, quartiere architettonicamente in declino, luogo in cui palazzi troppo stanchi decidono di venir giù cancellando e cancellandosi dalla memoria, metafora socio-politica di ciò che sono stati gli ultimi 20 anni. Più leggera è Lingua sul cemento, che nasce come un divertissement all’Indigo Studio di Palermo: una chitarra suonata in modo quasi primitivo da Fabio Rizzo e le parole biascicate di Angelo, delle quali conta più il suono che il significato.
I tre volumi sanciscono il sodalizio artistico tra Sicurella e alcuni talentuosi conterranei che ne cureranno le tre copertine, alla film-maker Manuela di Pisa toccheranno i tre video, tutto all’insegna della condivisione trasformando così Orfani per desiderio in una calderone entro cui riversare le diverse forme d’arte.
Con la nebulosa e notturna Carlotta, che tanto rievoca la tradizione dalliana, ci si avvia verso il vol. II contraddistinto dal sound minimale de L’amore non ci trova più e la dub de La cosa più cara. Finisce così, almeno per il momento, l’esordio di Angelo Sicurella nell’attesa del terzo episodio che completi questo meraviglioso trittico musicale.