Difficile da giudicare il disco di Angelini, chitarra e voce, e D’Erasmo, già violino solista dei Nidi D’Arac.|
“Pong Moon” è la riproposizione di brani del repertorio del giovane cantautore inglese scomparso più di trent’anni fa, principalmente presi da “Five Leaves Left” e da “Pink Moon”. Anche la copertina si richiama a quella dell’ultimo album di Drake, questa però realizzata in pongo da Angelini.|
Il percorso dei due alla riscoperta dei brani di Drake si è sviluppato in modo filologico, quindi tramite il recupero delle partiture originali e l’arrangiamento di queste per chitarra e violino.|
L’emozione all’ascolto resta, ma il procedimento filologico, comunemente usato nella musica colta occidentale, mi fa sempre storcere il naso quando viene preso in prestito dalla popular music. Adorno diceva bene: la musica colta e la popular music sono due facce della stessa medaglia. Sì ma due facce differenti come testa e croce.|
Le differenze fra i due macrogeneri alle volte sembrano banali, ma è sempre bene tenerle a mente. Differenza essenziale della musica colta rispetto alla popular è la scrittura. Per anni gli studi di conservatorio e musicologici, non si basavano sull’ascolto, ma, ben saldi ad un paradigma tipicamente occidentale di fissità, a pagine scritte ed immobili, solide, senza possibilità di mutamento. Altra grande differenza è di tipo sociologico e altre ve ne sono di carattere commerciale.|
Ha senso allora parlare di scuole di interpretazione delle ballate di Chopin, (Rubinstein, Pollini eccetera), perché entrambi hanno l’obbiettivo di suonare quelle note e solo quelle note scritte, spaziando nella stretta forchetta d’interpretazione.|
Per la popular music non è così. Primo perché, generalmente, chi compone poi suona dal vivo e secondo perché, privilegiando generalmente l’aspetto testuale, lascia meno spazio alle possibilità di spaziare in campo musicale. Nella popular music non vi è una prassi esecutiva da rispettare assolutamente. Esempio negativo è stato il rifacimento di Morgan di “Non al denaro, non all’amore né al cielo”, il cui risultato, anche se il sottoscritto dal vivo si è sforzato di notare le differenze, è un disco sostanzialmente identico ad uno presente, con alcune code che sapevano di appiccicaticcio.|
Di questo malanno forse soffre anche “Pong Moon” che ripropone canzoni senza interpretazione, senza piglio personale, emozionando sì, ma perché sono quelle canzoni.|
I brani di Drake sono fiori talmente delicati che si ha paura nel toccarli di poterli sciupare, ma riprodurli rendendoli algidi origami di carta è una soluzione che li lascia intatti?