
Thule, presentata anche nella compilation La leva cantautorale degli anni zero, si avvale della collaborazione di Mauro Pagani e striscia nell’anima “come suoni sepolti sotto la terra” e con l’armonium si fa essenza arcana e misteriosa. Pregadoria fonde polifonicamente canti paraliturgici sardi e voci di Muezzin in una salmodia dal testo essenziale. Una preghiera semplice e gioiosa come tutte quelle che scaturiscono dal basso da persone umili come era la stessa Maria e non dall’alto delle gerarchie. Rundines de andhira con le diverse percussioni porta nel Sahara un testo tradizionale sardo, e la lingua isolana si amalgama così bene con la sabbia del deserto da divenire un unico soffio caldo sul cuore. Jala nei suoi contrappunti arricchisce di sfumature jazz l’impasto polivocale che si fa teso e cristallino.
Tutto questo dimostra come la musica degli Andhira sia folk nell’originaria accezione del termine, folclorica, perché nata direttamente dal popolo in un giorno che si perde nella notte dei tempi e unisce ogni comune sentire. Nakitirando diventa così un disco da sentire ciondolando sulla battigia, in armonia con il respiro del mare.