A natural disaster<small></small>
• Rock Internazionale, Psychedelic

Anathema A natural disaster

2003 - Music for nations/Audioglobe

17/01/2004 di Andrea Salvi

#Anathema #Psychedelic

Gli Anathema sono un gruppo da invidiare. O meglio un gruppo di cui invidiare l’evoluzione, la passione, la voglia di mettere continuamente in discussione i preconcetti e le critiche di chi li vorrebbe più prossimi ad un genere di facile catalogazione. Eppure la band di Liverpool è ancora qui, dopo sette album, con un lavoro di limpida bellezza, prodotto per la prima volta direttamente.
Vicina alle virate linguistiche di Porcupine Tree, ma con un senso della misura tutto proprio, la musica degli Anathema richiede attenzione, anche se, a differenza del gruppo di Steven Wilson, è capace di un suono immediato e quasi per nulla “tecnico”. Ciò è possibile grazie ad una sensibilità fuori dal comune che ha imposto l’assimilazione critica di influenze eterogenee.
Il senso armonico che gli Anathema sanno confezionare è lineare e lontanamente progressive, privo di tentazioni manieriste, in cui a dominare è la razionalità, l’equilibrio e una spiccata predilezione per le atmosfere dilatate, spunto per la modellazione della maggior parte dei brani intorno a semplici melodie reiterate all’infinito come nell’emblematica ”Closer”. Ciò denota idee chiare soprattutto sulla direzione che la musica del gruppo vuole intraprendere, e cioè una fuga dall’ovvietà, pur accettando commistioni tra le più disparate. Può capitare quindi che il brano “A natural disaster” possa apertamente ricordare i Portishead grazie alle struggenti invocazioni della bella voce di Lee Douglas, così come in “Balance” pare assimilato alla perfezione l’insegnamento degli ultimi Radiohead, levigato per l’occasione, o ancora che possa capitare di scoprire vere e proprie gemme in cui un persistente senso di desolazione viene dilatato magnificamente quale ad esempio la magica “Are you there?”.
“A natural disater” è un disco consigliato per il largo orizzonte stilistico che va a coprire, in cui si possono incontrare chitarre di sferzante stampo hard su persistenti tappeti di tastiere eteree, vocoder e un sofisticato gusto melodico venato di ascendenti decisi per una certa psichedelia rock, il tutto confezionato magnificamente in un equilibrio particolarmente felice.
Una menzione aggiuntiva è per la notevole copertina, di forte impatto visivo, che riassume gli intenti prepotentemente evocativi della band.

Track List

  • Harmonium|Balance|Closer|Are you there?|Childhood dream|Pulled under at 2000 metres a second|A natural disaster|Flying|Electricity|Violence