Solitudo<small></small>
Jazz Blues Black • Impro • Contemporaneo

Anais Drago Solitudo

2021 - Cam Jazz

15/12/2021 di Vittorio Formenti

#Anais Drago#Jazz Blues Black#Impro

Secondo album per questa giovane violinista biellese che all’età di 3 anni si accostò a questo strumento per non smettere più.
Dal solido curriculum di studi e di interessi Anais offre un compiuto esempio di quello che può essere un artista d’oggi: su di una base molto vicina alla musica di stampo accademico inserisce elementi ripresi dal folk, dal progressive, dal pop e dal jazz. L’approccio non prevede arrangiamenti o interpretazioni bensì creazioni personali che eccheggiano i riferimenti sopra accennati senza tuttavia ricorrere a citazioni.

L’album è sviluppato totalmente in solo (da qui il titolo) anche se all’ascolto pare di trovarsi davanti a un trio di musica da camera contemporanea.Alla voce del violino si aggiungono timbri creati con una stazione per effetti e temi / riff / pillole ritmiche ottenute con una loop station.Da qui un aspetto polifonico sovrapposto a spunti sonici in intelligente equilibrio tra astratto e narrazione, ricerca del suono e della melodia, strutture frammentate e sviluppi lineari.

La musica popolare è assunta con criteri che ricordano quelli di Bartok, il lato fusion richiama alla memoria la logica di Ponty, l’uso di ingredienti base uniti a cavallo tra impro e composizione può evocare il Scelsi della seconda fase.
Le scelte timbriche costituiscono un ulteriore aspetto di interesse. Non predominano i soliti toni acuti tipici dello strumento; l’artista pare privilegiare altezze più vicine alla viola a favore di un effetto più spirituale, le trasfigurazioni sonore dovute agli effetti elettrici poi fanno il resto. Il risultato finale è quello di una varietà di voci quasi caleidoscopica anche se mai caotica.

Su tutto un approccio generalmente minimalista che accoglie l’ascoltatore offrendo un’immediatezza non sempre così scontata quando si adottano certi linguaggi. Sarebbe stato molto facile incorrere in eccessi di intellettualismo ma la dimensione vitale che Anais riesce a mantenere durante tutto il lavoro evita alla radice questo rischio.

Una chicca che vale la pena di conoscere con un’unico avvertimento: se si è alla ricerca di vocabolari afro-americani siamo sulla strada sbagliata, il disco è profondamente radicato nella cultura europrea come testimoniano anche le scelte dei titoli suggestivamente ispirati al greco ed al latino.

 

Track List

  • Gnossienne
  • Ascesis
  • Passio
  • Halucinari 1
  • Oblivio
  • Firma Mentis
  • Halucinari 2
  • Minotauros
  • Horror Vacui
  • Halucinari 3
  • Manteia
  • Just Talking to Myself