Amy Helm Didn`t it rain
2015 - eOne / IRD
#Amy Helm#Americana#Roots #Larry Campbell #Catherine Russell #Teresa Williams #Bill Payne #Allisone Moore #John Medeski #Daniel Littleton #Byron Isaaacs
In realtà Amy ha alle spalle una carriera quasi ventennale, che l’ha vista far parte di diverse band, a cominciare dal gruppo del padre, e degli Ollabelle, con cui ha inciso tre dischi.
Ora ha realizzato il primo disco a suo nome, dove emerge tutta la grande buona musica che fin da bambina ha respirato e assorbito come una spugna e che adesso ci restituisce in un buon disco ricco di molti sapori e influenze musicali che miscelano country, folk, gospel, swamp e soprattutto molto soul.
Otto sue composizioni scritte in coppia con Byron Isaacs, tre cover ed un traditional formano il disco che Amy presenta accompagnata dalla sua band gli Handsome Strangers, composta da Byron Isaacs al basso, Daniel Littleton alla chitarra e David Berger alla batteria e percussioni, in un lavoro che vede la partecipazione anche di molti importanti ospiti come Bill Payne dei Little Feat, Allison Moorer, John Medesky e soprattutto in ben tre brani compare Levon Helm , anche nella veste di produttore, in quelle che sono le sue ultime incisioni.
Una solida e bella voce, qualche strumento, mandolino e mandola, imbracciato in qualche brano, molto spazio alla band e agli ospiti, e tanto, tanto amore, passione ed “anima” per la musica, che trasuda in ogni brano.
L’iniziale title-track Didn’t it rain è un traditional riarrangiato in chiave New Orleans e funk, molto nervosa e rabbiosa, Rescue me, che è anche il primo singolo, è un grande brano senza tempo con il piano di Bill Payne a condurre la danza e dettare giusti ritmi e ampi respiri, ottima anche Deep water delicata e toccante, con Amy alla mandola, folk acustico con forti influenze gospel.
Le tre cover presenti sono molto diverse tra di loro, Good news ( Sam Cooke) è qui virata in un country-soul con una bella slide in evidenza, Spend our last dime (Martha Scanlan)è un lento country-valzer molto gradevole, Gentling me (Mary Gauthier , Beth Nielsen Chapman) è una purissima, cristallina classica ballata folk.
Da segnalare anche i forti sapori soul e relativi brividi lungo la schiena dell’intensa e lenta Sing to me, forse il brano migliore del lavoro, che dimostra ancora una volta la grande versatilità della voce di Amy e Heat lighting, dove Amy tocca anche le corde del rockabilly.
E’ sicuramente un buon esordio, un disco realizzato con grande consapevolezza e maturità, che rappresenta quasi un passaggio di consegne da Levon Helm, anche se ovviamente non sarà possibile per lei ripeterne l’incredibile avventura musicale, ma almeno, ci fa ancora sentire qualche brivido ed emozione, non solo per le belle canzoni, per i vari profumi musicali dell’America, ma anche perché ci obbliga a ricordare il suo grande padre.