Alessandro Lanzoni Trio feat. Francesco Cafiso Reverse Motion
2024 - Jam / UnJam
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La tensione verso la sperimentazione e una certa complessità, soprattutto nell'intrecciare parti scritte e parti improvvisate, non manca, ma si muove sempre su binari tradizionali, all'interno di strutture ben riconoscibili. Questo assunto di fondo non toglie ovviamente nulla alla bellezza del disco, che ben si rispecchia proprio nello scatto della cover e nella sua ambiguità: un bianco e nero “classico” ma capace di comunicare movimento e tensione verso il futuro, pur ritraendo una giostra lanciata in senso antiorario. Gran parte dell'indomito dinamismo della musica si deve al contributo del sassofono: Cafiso è abilissimo a giocare con note brevi o più tirate, variazioni ritmiche, pause e un'eccezionale varietà di timbri diversi, che dimostra di padroneggiare con maestria.
Intorno alla sua voce, il trio si muove mantenendo un ottimo equilibrio tra due necessità diverse: quella di allestire il miglior sfondo possibile per gli assoli e quella di conservare, al contempo, una precisa personalità e identità di gruppo. Lanzoni, Bortone e Morello danno così prova di una notevole maturità, confermata anche dal fatto che la firma dei pezzi di Reverse Motion è suddivisa tra tutti i musicisti, dando vita a una pluralità di scrittura che però non intacca l'unità di intenti.
Il background musicale che ispira il disco abbraccia il bop, l'hard bop e il cool jazz, ma abbondano i riferimenti ad atmosfere ancora più tradizionali, con evidenti allusioni ai grandi maestri del sassofono che da sempre guidano il percorso artistico di Cafiso. Il risultato finale però è pienamente moderno, in linea con le capacità tecniche e la varietà dei percorsi artistici dei quattro musicisti. Per farsene un'idea basta ascoltare lo straordinario assolo del sassofono in No Hay Bando, traccia scritta da Enrico Morello e introdotta dagli accordi sommessi del piano di Lanzoni: lo “spettro” del passato sembra rianimarsi nel timbro vintage di Cafiso, ma l'approccio e la tecnica sono assolutamente contemporanei.
Più avanti nella scaletta Duke Clouds sembra richiamare già nel titolo e poi nel tema un altro illustrissimo fantasma. È un ballad di impostazione classica che si snoda con intrecci interessanti e originali: nella prima parte domina il piano di Lanzoni (autore del pezzo), ben sostenuto dalla sezione ritmica, mentre nella seconda entra il sax infuocato di Cafiso, che guida un deciso e assolutamente non scontato cambio di ritmo. La successiva Waiver (Lanzoni) è ancora una ballad, più intimamente bluesy e monkiana. A cambiare il clima provvedono il tema a spirale di Tension and Intention (Cafiso), che gioca con il ritmo e le pause, e quello più sornione e rilassato di Gondry (Lanzoni), che nel background ritmico abbonda di raffinati richiami al Sudamerica, altro riferimento in sottofondo a diversi passaggi del disco.
Per fare dell'ottimo jazz contemporaneo si può ancora partire dal passato, magari facendolo roteare vorticosamente avanti e indietro come una giostra: Reverse Motion ne è la conferma.